Una ricerca condotta dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito del progetto Diversitalavoro mostra che due persone su tre vengono discriminate sul posto di lavoro per la loro etnia. E le 1022 denunce pervenute all’UNAR lasciano temere che soprusi e ingiustizie siano molto più diffuse, spesso non segnalate per paura o sottomissione. “Le denunce che sono giunte alla nostra attenzione – spiega Marco Buemi dell’Unar – ci dicono che la maggior parte delle discriminazioni avvengono nel mondo del lavoro (35% del totale) e che la stragrande maggioranza di queste ( 75,5 %) riguardano il momento dell’accesso. In altre parole moltissime persone, a parità di curricula, non riescono a entrare nel mondo del lavoro per meri motivi razzistici”.
UNA MAGGIOR CONSAPEVOLEZZA DEI DIRITTI. “Le denunce – riprende Buemi – sono in aumento, il 15,4% in più, e questo è un dato positivo. Ci dice infatti che il discriminato diventa sempre più consapevole dei suoi diritti ma anche che le persone che gli stanno attorno, si indignano con maggiore frequenza dinanzi a un sopruso”. Al 58,3 % delle denunce presentate dalle vittime stesse, infatti, fa da contraltare un incoraggiante 42,7% di segnalazioni arrivate da testimoni.
Diversitalavoro offre inoltre una mappatura di aziende che si distinguono per una politica di job recruitment etica ed equa. “Il nostro sito – continua Buemi – si aggiorna 365 giorni all’anno. Abbiamo una cinquantina di aziende in tutta Italia che cercano impiegati e si affidano al nostro progetto. Inoltre, organizziamo tre Career days all’anno durante i quali si può avere un contatto diretto con chi assume”.
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