Primo marzo dei migranti, tra sciopero e speranza: #Ripartire al Pigneto

In occasione dell’annuale appuntamento del 1 marzo, anniversario dello storico sciopero dei migranti del 2010, Frontiere News presenta “Ripartire. Storie di un mondo che migra”, letture e musica dal volume Ripartire. Parteciperanno alcune delle personalità più interessanti della realtà multietnica romana, che daranno la loro personale interpretazione del termine “Ripartire”. Riccardo Noury di Amnesty International farà un punto sulla situazione dei diritti dei migranti in Italia, Samia Oursana ribadirà l’importanza di nuove regole sulla cittadinanza che prevedano lo Ius Soli, Dawood Yousefi e Lorena Di Lorenzo racconteranno l’esperienza degli afghani a Roma e del lavoro dell’associazione Binario 15.

Verrà inoltre letto l’appello nazionale 2013 e la “Carta Mondiale dei Migranti”. L’appuntamento è per venerdì 1 marzo ore 19 al Pigneto, in via Fortebraccio, 1. Qui l’evento Facebook.

“PRIMO MARZO” ALLA QUARTA EDIZIONE. La giornata del Primo Marzo, giunta nel 2013 alla IV edizione, offre un rinnovato momento di impegno e di lotta contro sfruttamento e razzismo: una mobilitazione di migranti ed autoctoni per affermare la dignità dell’essere umano, il diritto alla libera circolazione, il valore del meticciato.

Il primo sciopero degli stranieri, avvenuto nel 2010, ha segnato un passo importante nella lotta per i diritti dei migranti e per il riconoscimento del carattere multiculturale della nostra società. Da allora, sono nati in tutt’Italia tanti comitati Primo Marzo che in questi quattro anni sono riusciti a coinvolgere associazionismo, politica ed istituzione.

UN’ESIGENZA LEGISLATIVA. La Legge Bossi-Fini – fucina di clandestinità, ricatti e oppressione – ha dimostrato da tempo di essere del tutto fallimentare; ma gli esecutivi che si sono succeduti non hanno neanche ventilato l’ipotesi di nuove norme quadro sull’immigrazione, perseverando in una politica securitaria, discriminatoria ed escludente.

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La Rete Primo Marzo chiede una nuova legge organica sull’immigrazione, che costruisca uno status giuridico per i migranti più forte e più certo, e cioè paritario, non punendo le vittime del sistema, ma i veri sfruttatori, in particolare perseguendo attivamente il caporalato e la tratta.

La campagna ‘L’Italia sono anch’io’ ha promosso una proposta normativa per garantire i diritti di cittadinanza e il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti.

L’impegno sinergico della Rete Primo Marzo, di sindacati, associazioni e partiti ha permesso la raccolta di migliaia di firme, dimostrando la sensibilità dei cittadini e mettendo ulteriormente in luce quello che da anni viene denunciato: il razzismo in Italia non sempre è una malapianta spontanea; più spesso è seminato dall’alto, sotto forma di leggi, atti amministrativi e propaganda. Siamo di fronte, insomma, al razzismo istituzionale, denunciato dal video ‘La legge (non) è uguale per tutti’ e da un omonimo dossier di prossima pubblicazione realizzati dalla Rete Primo Marzo.

I CIE. L’esempio più lampante del razzismo di Stato è certamente quello dei CIE. La campagna ‘LasciteCIEntrare’, che la Rete Primo Marzo ha promosso in collaborazione con molte realtà associative, ha recato finalmente luce su questa realtà occultata. La chiusura di tali luoghi è, e rimane, l’unica soluzione accettabile. Affinché i cittadini possano far sentire la loro voce è stata attivata la petizione online ‘L’Italia è migliore senza i CIE’.

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LIBERA CIRCOLAZIONE. La Rete Primo Marzo promuove con forza l’effettivo riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani alla libera circolazione, come stabilito dalla Carta Mondiale dei Migranti e dall’istituzione della Global Migrant Action del 18 dicembre. La negazione di questo diritto da parte degli stati nazionali si traduce in accordi infami tra i governi (come quelli Italo-libici) e al dubbio operato di agenzie UE quali Frontex, che hanno portato a respingimenti arbitrari, con conseguente detenzione illegale, torture e morte ai confini della fortezza Europa.

La Rete Primo Marzo ribadirà il suo impegno per il diritto alla libera circolazione partecipando al Forum Sociale Mondiale di Tunisi.

La crisi del Nord Africa ha evidenziato come la politica italiana sia stata incapace o indisponibile ad una gestione almeno sensata di un consistente afflusso di profughi. Malgrado siano stati stanziati fondi ben superiori rispetto all’accoglienza ordinaria, a quasi due anni di distanza dall’inizio dell’emergenza, siamo ben lontani da una soluzione dignitosa. Il 28 febbraio, scade la proroga decisa dal Governo.

Le pratiche relative al rilascio del permesso umanitario, richiesto fin dall’inizio dalle associazioni, sono clamorosamente ancora in corso. L’obiettivo dell’inserimento socio-lavorativo dei migranti è stato ottenuto in casi sparuti mentre è prevalso lo spreco e la negligenza nella logica della segregazione.

L’APPELLO. Avendo ben chiaro questo stato di cose e mossi dalla volontà di cambiarle, lanciamo l’appello per costruire, il prossimo primo marzo, una nuova grande giornata di mobilitazione di tutte le forze democratiche per chiedere in particolare:

  •  Il diritto alla libera circolazione di tutti e di tutte e il riconoscimento del diritto a poter scegliere il luogo in cui vivere.
  • Una legge organica sull’asilo politico e la proroga dell’emergenza Nord Africa fino a che tutti i profughi abbiano concluso l’iter per la richiesta d’asilo e monitorando l’attivazione di un serio percorso per l’inserimento sociale.
  • Una nuova legislazione in materia di immigrazione che abroghi la Bossi-Fini e i decreti sicurezza, cancellando il contratto di soggiorno e ricono-scendo diritti effettivi e dignità piena ai migranti.
  • La chiusura di tutti i CIE e la cancellazione definitiva del reato di clandestinità.
  • La cittadinanza per tutti i figli di migranti nati o cresciuti in Italia. Il diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti.

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