Torino, la famiglia green senza gas e che raccoglie l’acqua piovana

“Quella casa cadeva a pezzi, la vedevamo dal nostro condominio e alla fine l’abbiamo comprata”, a parlare è Carlo Grisorio (idraulico) che con la moglie Monica (dietista) hanno il merito di aver trasformato un rudere di Torino in un vero e proprio esempio di stile di vita green.

La famiglia Grisorio è probabilmente l’unica nel territorio torinese a non essere allacciata alla rete che distribuisce il gas, a raccogliere l’acqua piovana in un serbatoio interrato per poi utilizzarla e a scambiare l’energia che produce attraverso i suoi pannelli solari con quella che arriva tramite un gestore. La coppia torinese, come riporta Repubblica, è attenta nell’insegnare ai propri figli che l’acqua del rubinetto è migliore di quella in bottiglia e che bevendola inoltre, il pianeta non si “sporca” né con plastica da smaltire né con camion addetti a trasportarla in lungo e in largo.

Tuttavia i Grisorio non sono certo due “estremisti ecologici” avulsi al mondo esterno; la passione che mettono nel loro stile di vita è supportata dai conti, i quali esprimono la convenienza della loro scelta, a fine anno infatti, la bolletta della luce che deriva dal differenziale tra “dare” e “avere” dei due contatori costerà loro meno della metà di quella di una casa “normale”, questo grazie ai kilowatt prodotti in proprio e agli sconti statali.

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La logica ispiratrice di fondo è quella di ridurre ed eliminare, quando si può, lo spreco di energia tramite i pannelli sul tetto che accumulano calore, l’acqua del serbatoio che riscalda le stanze entrando nella lavastoviglie alla giusta temperatura (evitando di utilizzare la resistenza interna) e infine preparando pranzo e cena su una piastra a induzione che non brucia le pentole ma scalda direttamente i cibi, perfino gli intonaci sono traspiranti e “naturali” per quanto possibile.

Carlo Grisorio è partito da un calcolo dei fabbisogni della propria famiglia e dei giorni di pioggia in città, per poi costruire e interrare in cortile un secondo serbatoio da 5.000 litri dove confluisce l’acqua piovana che poi una pompa fa risalire nei bagni e nella lavatrice.

“In un condominio queste cose non si possono fare, al massimo riuscivamo a utilizzare meglio il riscaldamento grazie alle valvole applicate ai termosifoni” spiega la famiglia green torinese “ma qui decidiamo noi, e durante questo primo inverno abbiamo capito che 18 gradi sono più che sufficienti per star bene”.

Tuttavia nello scrupoloso calcolo dei Grisorio c’è un rimpianto: “Al mattino è impossibile andare a piedi o con i mezzi, con i bambini in due scuole diverse e io e mia moglie che dobbiamo arrivare puntuali al lavoro. Così saliamo tutti sulla stessa auto, a gas s’intende, e facciamo il giro. Ma al pomeriggio, quando si può, si va a piedi”.

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Nonostante l’eccellente risultato già conseguito, l’eco-famiglia per antonomasia di Torino non intende fermarsi e ha già messo in cantiere i prossimi obiettivi: completare la facciata esterna della casa e realizzarvi un “cappotto”, ovvero un’intercapedine che serva a limitare ancora di più la dispersione, il piccolo cortile infine diventerà uno spazio verde.

Alex Bizzarri


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