Helsinki, capitale della Finlandia, è diventata la nuova frontiera del food sharing, ossia della condivisione del cibo per evitare che venga buttato.
Nella zona di Roihuvuori, un quartiere della capitale, grazie al contributo del Ministro dell’ambiente ed alcune società private, è venuto alla luce il progetto “Saa syoda” (lett. “licenza di mangiare”): si è stabilita una “sede” dove la gente del quartiere porta il cibo prossimo alla scadenza (si può portare di tutto, dallo scatolame al cibo precotto, fermo restando che non sia stato aperto o parzialmente consumato) e lì, a seconda dei gusti e delle necessità, le stesse persone possono scambiare il cibo con quello che hanno da offrire.
Il punto della situazione sul cibo disponibile è monitorato tramite un blog dove tutte le famiglie coinvolte possono appunto rendersi conto della merce offerta. Nelle previsioni dello stesso Ministero, questa pratica dovrebbe ridurre lo spreco di cibo in alcune zone della Capitale: si è calcolato che ogni finlandese produce ogni anno dai 20 ai 30 kg di prodotti sprecati ogni anno, ossia quasi il 4.5% del totale acquistato.
Il Food Sharing è una pratica sempre più diffusa in Europa: nato in Germania nel 2012, si è diffuso molto rapidamente anche nei paesi limitrofi; centri “Food sharing” sono già presenti in molte città tedesche, in Austria ed in Svizzera. Si chiede, oltre naturalmente all’integrità del cibo, il rispetto della catena del freddo, dei metodi di conservazione, la provenienza certa della merce offerta.
Emiliano Rossano
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Salve a tutti!
Tutti dovrebbero fare così, specialmente i supermercati che a fine giornata “buttano gli avanzi” che molti poveri o molte associazioni di volontariato potrebbero ritirare per donare dei pasti caldi a chi ne ha bisogno.
Sotto casa mia c’è un supermercato Carrefour che butta regolarmente gli avanzi quando, appunto, li potrebbero donare a degli enti caritatevoli. Domenica scorsa c’erano decine di baguettes infilate buttate. CHE SPRECO! In un momento di grave crisi, poi!
Saluti