di Eleonora Dutto, corrispondente dall’Australia
Esiste un ristorante a Melbourne nel quale il conto non è una questione di matematica. Non ci sono prezzi, non ci sono coperti o ingressi da pagare: ti siedi, ordini, consumi e ti godi la cena. Quando hai finito decidi quanto è valsa per te quell’esperienza, o quanto puoi permetterti in quel momento di farla valere.
Suona incredibile e culturalmente distante dal mondo che conosciamo. Eppure è proprio dopo aver girato il mondo che Shanaka Fernando ha avuto l’ispirazione per aprire Lentil As Anything.
Nato e cresciuto nello Sri Lanka, Shanaka a 23 anni ha deciso di lasciare il suo paese: nonostante avesse avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, sentiva la mancanza di qualcosa, un vuoto che ha deciso di riempire viaggiando.
Il viaggio è durato ben sei anni e ha aperto i suoi occhi e la sua mente: con lo sguardo unico del viandante, Shanaka ha scovato la sua nuova ricchezza nelle persone, oltre le barriere – reali ed immaginarie – che dividono le culture. Ha realizzato che sono le persone il valore fondamentale sul quale tutto deve nascere, nient’altro.
La voglia di diffondere questo pensiero nel mondo ha dato la forza a Fernando per un’impresa originale, rischiosa e contro qualsiasi logica economica, ovvero l’apertura del ristorante/organizzazione no-profit di Lentil as Anything. Il primo locale è stato aperto nel 2000 a St.Kilda, quartiere rinomato di Melbourne: uno spazio piccolo per un progetto di enorme portata.
Come in un qualsiasi altro ristorante, al “Lentil” ti fanno accomodare, una cameriera prende il tuo ordine ed a fine pasto ti chiede se vuoi il caffè. Quando arriva il momento di pagare sei libero di lasciare quanto ritieni giusto, o quanto puoi permetterti, in una cassaforte salvadanaio, senza la minima interferenza dello staff.
Abituati a vivere in mondo dove il valore economico è dominante, la prima reazione di fronte a questo singolare progetto è scettica: “il cibo sarà di scarsa qualità; tutti lasceranno poco o nulla; sarà una sorta di mensa caritatevole per senza tetto”.
Nulla di tutto ciò: il menu è vegetariano ed arricchito dalle diverse ricette dei volontari internazionali che si alternano in cucina, il servizio dei camerieri, altrettanto volontari, è accogliente come in qualsiasi altro ristorante ed è, infine, frequentato da persone di ogni sorta ed età.
Dopo pochi anni l’esperimento è riuscito a tal punto da tentare l’apertura di altri locali, anche se non tutti hanno avuto lo stesso successo. Ad oggi a Melbourne sono aperti e floridi due ristoranti Lentil: il primo originario di St.Kilda e quello nell’affascinante complesso dell’ex-convento di Abbotsford.
È in questo luogo unico, astratto dal tempo, che ho intervistato Shanaka: trovarsi di fronte ad un idealista come lui è stata un’esperienza unica, non solo per il fascino delle sue parole, ma nel vedere alle sue spalle il suo sogno vivere, nel rendersi conto che Lentil funziona e cammina con le sue gambe da più di 10 anni.
Se la domanda che vi risuona in testa è il perché di tutto questo, la risposta di Shanaka è semplice “perché tutti meritano un posto a tavola”.
Profilo dell'autore
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Come si possono sentitizzare 30 anni di vita e il carattere di una donna in una biografia di poche righe? Proviamo:
Nata a Roma ma non romana fino all'osso.
Italiana ma meticcia nell'animo, grazie alla ricchezza assorbita dalle esperienze in giro per il mondo e dal contatto con le altre culture anche nel mio paese.
Laureata in Relazione Internazionali ma appassionata di Cooperazione Internazionale, migrazioni e diversità culturali.
Fundraiser ma insegnante di italiano per stranieri.
Amante della storia e delle tradizioni ma Viaggiatrice sempre in cerca di nuove idee per creare "Altro".
...E in questo caso: Blogger per apportare il mio contributo al progetto interessante ed oggi più che mai necessario di Frontierenews.it, per sostenere un "mondo plurale".
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ricordo ai malpensanti che Melbourne e’ la citta’ australiana con il maggior numero di immigrati italiani, che mi sembra qui non facciano i furbi ( non so quanti portoghesi ci sono!)