Samer Issawi, detenuto palestinese in Israele e in sciopero della fame da oltre 200 giorni (più precisamente da agosto 2012), ha accettato di mettere fine alla protesta in cambio della libertà. A renderlo noto alla France presse è stato il suo avvocato.
Ricoverato da settimane a Tel Aviv in condizioni critiche, Samer Issawi, 33 anni, ha cominciato ad assumere vitamine ieri sera solo dopo aver trovato un accordo con le autorità israeliane, ha precisato il legale. L’intesa prevede che Issawi, accusato di attività “terroristiche”, venga liberato e possa tornare nella sua casa a Gerusalemme dopo aver scontato otto mesi di carcere, per violazione dei termini del suo precedente rilascio, che verranno contati una volta sospeso lo sciopero della fame.
Le autorità israeliane, si legge sempre nella nota, avevano accettato il rilascio “immediato” solo a condizione che il detenuto fosse deportato nella Striscia di Gaza, ma Issawi ha rifiutato.
Arrestato nel 2002 e condannato a 26 anni di carcere per “attività militari”, Issawi era stato liberato nel 2011 nell’ambito dello scambio di prigionieri avvenuto per il rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit. Venne arrestato di nuovo nel luglio 2012 con l’accusa di essersi recato a Gerusalemme Est e in Cisgiordania per creare “cellule terroristiche”. In otto mesi di sciopero della fame ha perso almeno 45 chilogrammi.
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