“Offese la Kyenge”, Borghezio fuori dal suo gruppo europarlamentare

L’europarlamentare leghista Mario Borghezio è fuori dal gruppo Efd (Europa della libertà e della democrazia – euroscettici) “per tutelare la Lega e l’Efd in attesa di fare piena chiarezza sulle frasi pronunciate sul ministro per l’integrazione Cecile Kyenge” (“lei è una bonga bonga”, nominarla “una scelta del c….”).

“C’è stata ieri sera una riunione del gruppo. Ho chiesto un rinvio per tradurre in inglese il testo integrale dell’intervista sul ministro. In attesa del chiarimento”, ha dichiarato Borghezio, “ho sentito il dovere di autosospendermi. Sono tranquillo, la vicenda si risolverà entro un mese”.

“Ritiro le mie parole , considerate offensive verso una persona di colore e verso una donna”. “Mi rammarico – dice – di aver recato disonore al Parlamento e al gruppo Efd”. Ma si giustifica e sottolinea che le sue affermazioni sono state ‘distorte’: “Io la parola ‘negra’ non l’ho mai detta nella mia vita. L’unico appellativo che ho usato è stato ‘casalinga’ “.

Secondo Articolo 21 invece Borghezio è stato sospeso dal gruppo a seguito della petizione lanciata su Change.org proprio per chiedere le sue dimissioni: “Fonti assolutamente attendibili confermano che in una riunione di ieri del gruppo mentre Articolo21 incontrava il presidente Schultz e gli altri capigruppo per consegnare loro le 130mila firme raccolte, l’esponente britannico dell’Ukip, il maggior partito dell’Efd avrebbe chiesto con decisione l’espulsione di Borghezio dal gruppo. Ma per adesso si sarebbe deciso solo per la sospensione”.

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Francesco Speroni, co-capogruppo Efd, chiarisce la situazione. All’Ansa ha dichiarato che a fare pressione sulla sospensione di Borghezio sono stati gli euroscettici inglesi: “I nostri colleghi britannici si ritengono indignati, hanno chiesto la sua testa. C’è stata quindi una richiesta di sospensione a cui Borghezio non si è opposto”. “Il gruppo – prosegue Speroni – ha chiesto la sospensione in attesa di discutere l’eventuale espulsione nella prossima sessione di Strasburgo (10-13 giugno). La procedura è stata attivata, ma è stato anche deciso di ascoltare l’incolpato e Borghezio ha chiesto tempo per preparare la sua difesa. Le frasi su Breivik non aiutano, per qualcuno si tratta di una recidiva”, ha concluso Speroni.


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