Lo avevamo lasciato con un bimbo rom malato tra le braccia, mentre lo accompagnava personalmente all’Ospedale Madre Teresa di Tirana assicurandosi che ricevesse tutte le cure necessarie. Lo ritroviamo in un istituto comprensivo per ragazzi sordomuti. In Albania il ministro delle Politiche Sociali e della Gioventù, il 34enne Erion Veliaj, stupisce ancora con i suoi gesti e le sue iniziative.
Questa volta il giovane ministro si è recato presso una scuola frequentata unicamente da ragazzi sordomuti, per augurare loro l’inizio del nuovo anno scolastico. La visita è stata effettuata durante la “Giornata mondiale del sordo” che quest’anno si è tenuta in tutto il pianeta dal 23 al 29 settembre. Durante l’incontro, Veliaj ha potuto comunicare direttamente con gli studenti attraverso il linguaggio dei segni, facendo sentire così la sua vicinanza a tutti i giovani che lo circondavano.
“Sono molto felice di essere qui, insieme a voi oggi, vi faccio i più sentiti auguri per il nuovo anno scolastico appena iniziato. Inoltre, vi prometto che mi impegnerò personalmente affinché il linguaggio dei segni ed il servizio dei traduttori vengano ufficializzati e riconosciuti in tutto il nostro paese”, ha affermato Veliaj nel linguaggio dei segni.
“Ad oggi, in Albania sono presenti 37.919 persone che soffrono di questa patologia, tutti sopra i 15 anni di età. Non scordiamoci però che questa malattia colpisce un neonato su mille e noi dobbiamo garantire i servizi dovuti affinché questi cittadini non trovino ostacoli che possano limitare la loro integrazione”, ha continuato il ministro.
In Albania le persone che soffrono di questa patologia non ricevono l’assistenza dovuta, soprattutto per quanto riguarda i servizi di traduzione dalla lingua albanese alla lingua dei segni (un servizio necessario per la loro integrazione nella società circostante, che possa permettere loro di studiare, di lavorare o semplicemente di compiere tutte quelle attività di routine). Va ricordato inoltre che in Albania una piccolissima parte della popolazione conosce e riesce ad esprimersi con il linguaggio dei segni.
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Odio ripetere il mio nome due volte quando mi presento agli altri, come odio rispondere a chi mi domandano se mi trovo meglio in Italia o in Albania. Io mi sento un italiano albanese a Firenze, ed un albanese italiano a Tirana.
Tra le varie collaborazioni in Italia ed in Albania c'è anche quella con ToscanaTv. All'interno del programma "Toscana senza frontiere" riporto la bella faccia dell'immigrazione, attraverso reportage e interviste da me realizzate.
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