Hanno tra gli 11 e i 17 anni e sono originari di Italia, Egitto, Senegal, Eritrea, Nigeria, Cuba, Argentina, Perù e Bangladesh. Sono i componenti della Piccola Orchestra di Tor Pignattara, ensemble multietnico formato da ragazzi italiani e di seconda generazione. Piccola per l’età dei propri componenti ma grande, anzi grandissima per il messaggio che lancia senza nemmeno aver bisogno di utilizzare le parole. E sarebbe stato bello non sentire il bisogno di dire che buona parte dei componenti dell’Orchestra sono nati in Italia da genitori stranieri. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Francia questa non sarebbe stata una notizia, nell’Italietta del terzo millennio sì. E’ sulla loro pelle che al bar si discute di Ius soli scambiando le seconde generazioni per immigrati. Sono loro che fino a 18 anni vivono nel limbo, in bilico tra la naturale integrazione che nasce nelle scuole e nelle strade del quartiere e la fredda burocrazia che li considera stranieri. Ma grazie alla magia delle note ora sono semplicemente quindici giovani musicisti italiani che hanno trovato la loro casa tra le vie di Tor Pignattara, storico quartiere popolare della Capitale.
Tutto nasce da un’intuizione di Domenico Coduto, il coordinatore del progetto, “l’idea mi è venuta passeggiando per Tor Pignattara. E’ il quartiere più multietnico di Roma ed ho sempre pensato che unendo le diversità custodite da ogni comunità si sarebbe potuto creare qualcosa di bello”. Grazie al sostegno della Fondazione Nando Peretti ed al patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del V Municipio, nel 2012 sono partite le audizioni per trovare i piccoli musicisti che avrebbero formato l’Orchestra. “Siamo partiti con cinque elementi – ricorda Domenico – Poi piano piano si è sparsa la voce e oggi siamo arrivati a quindici elementi in rappresentanza di nove Paesi del mondo, anche se molti non sono neanche mai stati nel loro Paese di origine”.
La direzione musicale è affidata a Livio Manafra, musicista pugliese sensibile alle influenze musicali provenienti da tutto il mondo, e a Pino Pecorelli, tra i fondatori dell’Orchestra di Piazza Vittorio. “Pino ha portato la sua esperienza – conferma Domenico – Chiunque voglia fondare un’orchestra multietnica si deve confrontare con l’Orchestra di Piazza Vittorio”. I laboratori musicali sono partiti alla fine dello scorso anno ospitati nello studio di registrazione dell’associazione Loop Fusolab. Ogni sabato i ragazzi hanno avuto la possibilità di condividere la propria passione per la musica e proporre le loro idee. “Noi abbiamo voluto che fossero i ragazzi stessi a suggerirci cosa volevano suonare”, ci tiene a sottolineare Domenico. Ne è venuto fuori un repertorio eterogeneo che spazia tra brani tradizionali di varie zone del mondo e brani originali come il pezzo scritto da Pino Pecorelli insieme ad uno dei ragazzi dell’Orchestra e ad Amir Issaa, giovane rapper figlio di un egiziano e di un’italiana cresciuto tra le vie di Tor Pignattara.
Il 18 maggio scorso è poi arrivato il battesimo del palco con il primo concerto dell’Orchestra al Teatro Centrale Preneste. “Il concerto ci ha fatto capire che l’Orchestra era reale – commenta Domenico con un pizzico di emozione mista ad orgoglio – Per tanti mesi è stata solo un sogno e i genitori dei ragazzi in fondo non avevano ben chiaro quello che stavamo facendo. Quando hanno visto i loro figli sul palco si sono emozionati. I ragazzi hanno suonato alla grande: dal vivo riescono a comunicare in maniera semplice e diretta come solo i giovani sanno fare”.
Dopo la pausa estiva le attività della Piccola orchestra sono ripartite lo scorso 8 settembre con un concerto a Lanuvio nell’ambito del Festival “Castelli in Africa”. Ora il progetto è quello di pubblicare un vero e proprio disco, “l’abbiamo registrato negli scorsi mesi e uscirà a breve – mi confida Domenico – A ottobre ricominceremo i laboratori e nel frattempo stiamo selezionando alcuni nuovi elementi, soprattutto fiati e archi”. L’appello è rivolto a giovani musicisti tra gli 11 e i 17 anni, “naturalmente non cerchiamo dei virtuosi ma persone che conoscano lo strumento ed abbiano una vera passione, perchè stare tre ore in sala prove il sabato pomeriggio invece di giocare richiede molto impegno”. Chi fosse interessato può inviare una mail a potorpignattara@gmail.com. Potrebbe essere l’inizio di una grande avventura…
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