Pochi soldi e spesi male. Questo, in sintesi, il giudizio dato alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri dal rapporto annuale “Aid Transparency Index 2013“. Pubblicato dalla campagna “Publish What You Fund“, il rapporto pone infatti la DGCS al 60° posto tra le principali 67 agenzie mondiali per l’aiuto allo sviluppo per quanto riguarda la trasparenza nella comunicazione e rendicontazione degli interventi.
La Cooperazione Italiana allo Sviluppo del MAE risulta carente in tutti i parametri presi in considerazione, guadagnando un giudizio generale di “very poor”, ovvero il peggiore nella scala di valutazione. Le agenzie più virtuose risultano invece essere le americane Millennium Challenge Corporation e GAVI Alliance, l’agenzia governativa britannica DFID e l’ UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite). L’Italia, nonostante l’impegno assunto lo scorso anno di aderire entro il 2015 allo standard di trasparenza “International Aid Transparency Initiative”, è riuscita a fare peggio del 2012 quando si classificò al 53° posto.
Nello specifico, il rapporto segnala come il portale del Governo www.dati.gov.it non contenga nessun dato sulle spese della Cooperazione italiana allo sviluppo e come l’Italia lavori male sia a livello organizzativo che di attività sul campo non pubblicando documenti di strategia nazionale, bilanci previsionali e informazioni finanziarie. Risulta infatti che il 64% dei dati non vengano messi a disposizione del pubblico rendendo impossibile stabilire in che modo vengano spesi i fondi.
La campagna “Publish What You Fund” si batte da anni per promuovere la trasparenza nel mondo della cooperazione, sottolineando come da questa dipenda l’efficacia dell’aiuto umanitario. E’ infatti dimostrato che nella maggior parte dei casi ad una poca trasparenza nella rendicontazione e comunicazione delle spese corrisponda una bassissima efficacia degli interventi.
L’Italia risulta carente anche dal punto di vista dei fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo che sono abbondantemente al di sotto della media europea, che è dello 0,29% del Pil. D’altronde basta un piccolo dato per capire quali siano le priorità del nostro paese: nel 2013 l’Italia ha destinato 1,2 miliardi di euro alle missioni militari all’estero a fronte dei 213 milioni destinati alla Cooperazione allo Sviluppo.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Asia & Oceania22 Dicembre 2024Yasuke, il samurai africano che stupì il Giappone del XVI secolo
- Europa22 Dicembre 2024Come i nazisti si appropriarono del nudismo socialista per veicolare il mito della razza ariana
- Nord America21 Dicembre 2024“Uccidi l’indiano, salva l’uomo”: La storia dimenticata dei collegi per i nativi americani
- Asia & Oceania21 Dicembre 2024Wu Zetian, l’imperatrice che riscrisse le regole del potere in Cina