Decine di attivisti con i volti coperti da maschere rainbow hanno manifestato ieri davanti alla sede dell’Alta commissione dell’Uganda contro il ddl omofobo.
Lo scorso 20 dicembre 2013 il Parlamento dell’Uganda ha approvato in modo illegale (senza il quorum necessario e senza preventiva iscrizione nell’ordine del giorno dei lavori parlamentari) un decreto che criminalizza ulteriormente l’omosessualità nel Paese, prevedendo persino la pena di morte.
Il Presidente Museweni, al potere da 26 anni, qualche settimana fa ha dichiarato che non firmerà tale decreto. Ma la comunità LGBT sottolinea che l’iter legislativo può procedere anche senza firma del Presidente. Per questa ragione è stata indetta una giornata di mobilitazione per il 10 febbraio, chiamando all’appello la comunità internazionale.
Nel decreto in questione, tra i tanti articoli che discriminano pesantemente gay e lesbiche prevedendo condanne di lunga durata si legge: “Una persona che pretende di contrarre matrimonio con un’altra persona dello stesso sesso commette il reato di omosessualità e potrà essere ritenuta responsabile in caso di condanna al carcere a vita.”
“Il disegno di legge, se convertito in legge, sarà un disastro per i diritti umani delle persone LGBT, per la salute pubblica e la lotta contro l’HIV/AIDS”. Sottolineano gli attivisti Civil Society Coalition on Human Rights and Constitutional Law: “Abbiamo bisogno di far sapere ai nostri politici che il mondo sta osservando l’Uganda, e che in tanti si oppongono. Dobbiamo esigere il rispetto per la giustizia ei diritti umani per tutti gli ugandesi!”.
Alessia Maso
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