Ucraina: liberata Yulia Tymoshenko

La leader dell’opposizione ucraina Yulia Tymoshenko è stata rilasciata dal carcere di Kharkiv. A confermarlo è il sito del suo partito, l’Unione Pan-ucraina Patria. La scarcerazione è avvenuta in seguito alla decisione di ieri del parlamento ucraino di depenalizzare il reato per cui la Tymoshenko nel 2011 era stata condannata a 7 anni di carcere. Al momento  la Timoshenko sarebbe diretta verso l’aeroporto di Kharkiv, da dove volerà a Kiev per raggiungere piazza Indipendenza, cuore della protesta . “Oggi – ha affermato l’ex premier – l’intero Paese può vedere il sole e il cielo perché oggi la dittatura è caduta. E la dittatura è caduta non grazie ai politici e ai diplomatici, ma grazie a coloro che sono scesi in strada riuscendo a proteggere le loro famiglie e il loro Paese”. “Ora – ha aggiunto – dobbiamo fare di tutto per assicurare che i manifestanti non siano morti invano”

La svolta è stata favorita dall’accordo raggiunto ieri a seguito di un negoziato mediato da Ue e Russia. L’accordo prevedeva elezioni presidenziali anticipate entro fine anno, una riforma costituzionale che riduca i poteri del capo dello Stato e la formazione di un governo di unità nazionale. Il Parlamento ha poi fissato la data delle elezioni al 25 maggio ed ha approvato un’amnistia “incondizionata” per tutti i manifestanti sollevando dall’incarico di ministro dell’Interno Vitali Zakharcenko, accusato dall’opposizione di essere tra gli artefici delle violenze della polizia contro i manifestanti antigovernativi. L’intesa con il governo è stata approvata anche dal Consiglio di Maidan, un organismo che include diverse forze della protesta antigovernativa.

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Il presidente dell’Unione Europea Herman van Rompuy ha accolto “con favore” l’intesa raggiunta e ha sottolineato che “ora è responsabilità di tutte le parti trasformare le parole in fatti“. Il rappresentante russo al tavolo delle trattative, Vladimir Lukin, non ha firmato l’accordo, sottolineando però che questo “non significa che la Russia non sostenga un compromesso”. Nella notte, secondo le indiscrezioni, il presidente filorusso Yanukovich sarebbe fuggito da Kiev mentre nei suoi confronti il parlamento ha approvato l’impeachment per aver violato i diritti dell’uomo. A sostituirlo è stato chiamato il braccio destro della Timoshenko, Oleksandr Turcinov, eletto prima presidente e poi anche premier ad interim.

Yanukovich  non ha accettato la decisione paragonando la situazione attuale dell’Ucraina a “quella della Germania nel 1933, quando i nazisti arrivarono al potere“. Per Ianukovich i dimostranti di Kiev sono “banditi e vandali” e “le decisioni adottate dal Parlamento sono illegittime“. Il leader filo-russo ha poi sottolineato di essere un presidente legittimamente eletto, e che non ha intenzione di dimettersi né di lasciare il Paese. A difenderlo resta solamente la Russia che attraverso il ministro degli Esteri accusa l’opposizione ucraina di non aver tenuto fede a nessuno degli impegni presi, “piegandosi a estremisti armati le cui azioni costituiscono una minaccia diretta alla sovranità della Ucraina”

Le forze armate hanno fatto sapere con una nota del ministero della Difesa che “restano fedeli al popolo ucraino” e che non interverranno “in alcuna maniera nel conflitto politico”. Anche il ministro degli Esteri britannico William Hague si è schierato al fianco dell’opposizione ucraina affermando che “Gran Bretagna e Germania sostengono il nuovo governo in Ucraina e chiederanno al Fondo monetario internazionale di concedere aiuti finanziari vitali per il Paese”.

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