Tutti i crimini impuniti dei soldati Usa in Italia

Violenze, stupri, omicidi e altri reati minori (non commessi nell’esercizio delle funzioni militari) di cui la giustizia italiana si è lavata le mani e per cui gli Stati Uniti hanno chiesto e ottenuto l’affidamento in patria dei procedimenti legali. Molte vittime, dopo anni dall’avvenimento, non sono state neanche risarcite e in diversi casi è addirittura ancora ignota la sentenza. No Dal Molin ha raccolto alcune delle tante storie di “licenza di uccidere”.

– James Michael Brown, paracadutista. Condannato per violenza sessuale e lesioni su una ragazza nigeriana (usufruendo dell’attenuante degli “scompensi ricevuti in Iraq”), dopo 6 mesi di carcere in Italia è stato trasferito in un carcere militare in Germania da cui, a seguito di 2 anni di reclusione, è stato poi scarcerato definitivamente.

– Cristopher Johnson, impiegato della caserma Ederle. Condannato a 3 anni 4 mesi di reclusione per stupro a danno di una ragazza, è rimasto libero in attesa del processo di secondo grado su disposizione dell’autorità giudiziaria italiana.

– Louis Carrasquillo e David Michael Simon, agenti federali del comando investigazioni criminali dell’esercito. Accusati di gara automobilistica in città, hanno messo in pericolo la sicurezza e la vita dei cittadini. Nel maggio 2013 (dopo 8 anni di burocrazie giudiziarie in Italia) il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha ceduto alla richiesta Usa di rinunciare alla giurisdizione, trasferendo il processo in America.

– Martin Robert Floyd, parà. Accusato di simulazione di reato, il suo processo è stato trasferito in Usa.

– Jerelle Lamarcus Gray, 21 anni, residente al Dal Molin. Accusato di violenza sessuale aggravata e di sequestro di persona. Si è ancora in attesa del procedimento.

– Dax Xavier Board, Kyle Michael Rascon, Jahgary Indiana Ruiz, accusati di omissione di soccorso, fuga e lesioni personali dopo aver investito quattro passanti. Lo Stato italiano ha accolto la richiesta del capo della divisione legale della Ederle di rinunciare al diritto di priorità nell’esercizio della giurisdizione. Non vi sarà alcun risarcimento alle vittime.

– Torrie Lamont Robertson, accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga. Ha patteggiato due anni di reclusione ma la pena è stata sospesa; alle vittime dell’incidente (tra cui un deceduto) non è stato attribuito nessun risarcimento.

– Geoffrey Morehead, ex parà della Ederle. Ha picchiato una ragazza in discoteca ed è stato perciò condannato per sfregio. La condanna ricevuta ammonta a 6 mesi di reclusione più 5.200 euro di risarcimento alla vittima. La pena è stata sospesa e l’indennizzo è a carico dell’Italia e non degli Usa.


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