Bugia n.2: “Il problema di fondo è la convivenza tra religioni diverse”

Questo è il messaggio più pericoloso che possa arrivare. L’assioma dello ‘scontro tra civiltà’ – i cui sostenitori non possono né dimostrarlo né metterlo in discussione – sostiene che giudaismo e Islam siano incompatibili. Ed è l’Islam – seguendo questo paradigma – a fungere da parafulmine delle accuse e delle paure dell’Occidente. Quello che questa posizione evita di dire è che esiste una lunghissima e consolidata storia di pacifica convivenza tra i credenti delle due religioni monoteistiche.

Nel 711 gli ebrei accolsero con speranza la conquista musulmana della Spagna. L’esercito dei mori lasciò la difesa di Cordoba nelle mani degli ebrei; Granada, Malaga e Siviglia furono invece protette da un esercito misto di ebrei e mori. Dopo un secolo di persecuzioni per mano dei cristianissimi visigoti, gli ebrei spagnoli poterono finalmente vivere in serenità, pace e prosperità, a tal punto che la Spagna musulmana divenne polo di attrazione per ebrei da tutta Europa.

Per secoli gli ebrei – per citare un altro dei tantissimi esempi storici –  hanno coesistito con i musulmani nell’Impero Ottomano, che accolse attivamente il popolo ebraico per “alleviare i tormenti subiti nel mondo cristiano” offrendo loro “sicurezza e prosperità”, come scriveva nel XV sec. il rabbino Yitzhak Sarfati di Edirne.

Anche se per un solo istante provassimo a non considerare le barbarie dell’Olocausto, sapremmo comunque che l’Europa è stata raramente cordiale con gli ebrei. Sono stati perseguitati per secoli. Come nel XIV sec. in Italia o nel XV sec. in Spagna, dove – a causa dell’Inquisizione – ci furono deportazioni ed espulsioni di massa. Nello stesso periodo gli ebrei d’Europa furono accolti in Medio Oriente, dove poterono finalmente godere di diritti sociali e politici ed esercitare la propria fede religiosa all’ombra della protezione delle autorità islamiche.

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Lasciando la Storia e tornando ai giorni nostri, resta comunque estremamente superficiale pensare che in Palestina ci sia uno scontro tra ebrei e musulmani, ignorando del tutto – tra l’altro – l’identità dei cristiani palestinesi.

Professare il giudaismo non vuol dire essere sionisti. Basti pensare ai Naturei Karta o ai True Torah Jews, organizzazioni di ebrei ortodossi che si oppongono alle violazioni dei diritti umani dello “Stato ebraico” – da cui non si sentono affatto rappresentati.
Così come essere musulmani non implica in automatico sostenere le aspirazioni all’autodeterminazione del popolo palestinese. Il sionismo islamico ha le proprie radici nello stesso Corano. Ad esempio, nella sura 5 aya 21, il profeta Musa (Mosè) parla ai figli d’Israele, dicendo: “O popol mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata”. È interessante anche considerare che l’ex-presidente dell’Indonesia (il più grande stato islamico al mondo) Abdurrahman Wahid (1999-2001), è noto per le sue posizioni dichiaratamente sioniste.

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