Questa mattina ero in spiaggia e leggevo distrattamente il Corriere della Sera quando mi è caduto l’occhio su un articolo in cui si parlava dell’operazione “Spiagge sicure”, lanciata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Oh – ho pensato – finalmente si fa qualcosa per ristabilire la legalità sulle spiagge!”. E ho cominciato ad immaginare Vigili urbani alla ricerca di parcheggiatori abusivi, ecomostri e discariche di liquami non autorizzate. La Guardia di Finanza impegnata in un’operazione negli stabilimenti balneari, veri e propri padroni delle spiagge tanto da far pagare, soprattutto al sud, anche il solo accesso al mare. La Polizia e i Carabinieri indagare sulle centinaia di porti turistici che hanno devastato le nostre coste, sostituendo le spiagge con milioni di metri cubi di cemento.
Mi ero già esaltato quando, scorrendo l’articolo, ho letto le parole di Alfano: “Lo Stato scende in campo, in estate, per la prevenzione e il contrasto dell’abusivismo commerciale e della contraffazione. Con l’operazione Spiagge sicure, i turisti, i nostri cittadini, potranno tranquillamente trascorrere le loro giornate in spiaggia, senza la processione dei vu cumprà, prevalentemente extracomunitari, dediti al commercio abusivo di prodotti di provenienza illegale”.
Mi sono così reso conto che la grande operazione “Spiagge sicure” nasce con l’obiettivo di combattere il più pericoloso degli esseri che popolano i nostri lidi: il “Vu cumprà extracomunitario”. Più pericoloso delle meduse o del bagno dopo aver mangiato il bombolone alla crema. In quel momento, incredulo, ho alzato gli occhi e sul bagnasciuga ho visto il nemico: un venditore di borse false. Quale perfidia! Appioppare a giovani donne indifese una Luis Vuitton palesemente contraffatta!
Ok, basta con l’ironia. Volete sapere cosa ho veramente provato leggendo questo articolo del Corriere della Sera? Rabbia, pura rabbia. Contro il nostro Ministro dell’Interno che utilizza termini offensivi come “vu cumprà”, o assolutamente privi di senso come “extracomunitario”. Non lo sa il Ministro che questa è solamente una categoria amministrativa che include tutti i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea? O anche lui cade nello spregevole errore di utilizzare questa parola per definire chi è nero, nord-africano o est-europeo? Solo una persona totalmente priva di sensibilità verso il tema delle migrazioni potrebbe utilizzare un vocabolario così barbaro. Ma poi, se un ambulante è abusivo, cosa cambia se è comunitario o extracomunitario? E con i “vù cumprà” italiani come la mettiamo? Loro possono continuare a fare i loro affari indisturbati?
Altra cosa: non lo sa il Ministro che chi vediamo sulle spiagge è solo la punta dell’iceberg? Un iceberg fatto di sfruttamento, traffico di esseri umani, disperazione. E’ evidente che quello dei venditori ambulanti da spiaggia è un racket gestito da grandi organizzazioni (italiane) che sfruttano i migranti in cerca di un lavoro. Forse è a questo livello che si dovrebbe intervenire: ma Alfano preferisce il retino alla tonnara.
Ma la mia rabbia aumenta quando penso che l’articolo è stato scritto da giornalisti professionisti: nemmeno l’Istituto Luce dei bei tempi sapeva fare meglio. Possibile che non si siano resi conto delle gravissime parole del ministro? Possibile che abbiano riportato il tutto senza sentire il bisogno di commentare?
Fino a quando non si comincerà a dare il giusto peso alle parole, questo paese non avrà futuro. Come non lo avrà se le priorità continueranno ad essere dettate dalla pancia più che dalla testa.
Quello che resta, dopo la rabbia, è tanta, tanta tristezza.
Nota: l’articolo del Corriere della Sera a cui si fa riferimento in questo pezzo è stato revisionato dalla loro redazione online. Ora parlano di razzismo nelle parole di Alfano. Ce ne hanno messo di tempo per accorgersene…
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