di Tiziana Ciavardini
É trascorso un anno da quel giugno 2014 in cui le tifose iraniane non vennero fatte entrare allo stadio Azadi di Tehran mentre si giocava la partita di pallavolo Iran-Brasile. Un anno dall’arresto di Ghoncheh Ghavami, la ragazza anglo-iraniana arrestata perché manifestava per entrare allo stadio. Oggi peró in Iran le donne hanno vinto poiché é stato approvato un decreto che permetterà alle iraniane di partecipare – seppur in aree riservate – alle partite di pallavolo. La notizia é stata resa nota dalle autorità qualche giorno fa. Le tifose della Repubblica Islamica potranno assistere agli incontri internazionali di pallavolo valevoli per la World League in programma dal 19 giugno a Teheran proprio nello stadio Azadi che ha la capienza di circa 12 mila posti. Non si é fatta attendere la risposta da parte degli ultra conservatori del gruppo Ansar-e Hezbollah che hanno annunciato ‘una protesta sanguinosa’ se le donne entreranno allo stadio. Il portavoce del Governo, Mohammad Bagher Nobakht ha invece rassicurato che non verranno permesse manifestazioni non autorizzate e, come da decreto appena siglato, alle donne sarà garantita la loro presenza nello stadio.
La Vice Presidente Shahindokt Molaverdi
Il merito di questa vittoria é da attribuire alla politica della nuova amministrazione del Presidente Hassan Rohani e in particolare alla figura della Vice Presidente Shahindokht Molaverdi delegata alle politiche della donna e della famiglia. Ho personalmente intervistato la Vice Presidente che qualche mese fa mi aveva illustrato il disegno di legge che il Governo stava preparando per offrire più sicurezza alle donne e garantire pari opportunità. In questo progetto vi era anche la volontá di trovare una strada per riuscire a convincere le autoritá a far entrare le donne allo stadio. L’abbiamo nuovamente contattata in questi giorni per avere conferma della notizia e ci ha garantito che per adesso un certo numero di tifose saranno ammesse alle prossime competizioni di pallavolo.
Per gli altri sport bisognerá attendere
Il nuovo accordo é stato raggiunto nel Consiglio di sicurezza nazionale su un pacchetto di misure proposte da lei stessa e dal ministero per la Gioventù. In base a tale programma, le donne possono ora assistere a partite di pallavolo, basket, tennis e altri sport, ma non ancora, a incontri di calcio, pugilato e nuoto. Per questi altri sport bisognerá attendere, per ora é stato fatto un seppur piccolo primo passo verso quelle aperture tanto ambite da Rohani.
La Vice Presidente lo scorso anno durante i campionati e a seguito delle numerose manifestazioni davanti allo stadio, aveva giá espresso il suo dissenso al divieto affermando che le istituzioni di polizia e di sicurezza avrebbero dovuto comprendere i benefici della presenza delle donne allo stadio e l’ondata di felicità che avrebbe raggiunto le famiglie e la società nell’assistere a competizioni sportive. Secondo la Sharia, spiega la Molaverdi, non vi é alcuna restrizione nella presenza delle donne nei luoghi dove si pratica sport.
Il caso Ghoncheh Ghavami
Il caso delle donne allo stadio in Iran ha richiamato in questo ultimo anno grande attenzione da parte dell’opinione pubblica internazionale. Lo scorso giugno 2014 venne arrestata la ragazza ango-iraniana Ghoncheh Ghavami mentre manifestava davanti allo stadio. Venne liberata poco dopo, ma poi riarrestata, ed accusata di ‘propaganda contro il sistema’. Dopo diversi scioperi della fame in carcere ed una mobilitazione internazionale in suo favore, in particolare sui social network, la Ghavami in novembre é stata liberata su cauzione e un paio di mesi fa é stata perdonata dalla Corte d’appello anche se ancora per qualche tempo non potrá lasciare l’Iran.
Il divieto agli eventi di calcio
Secondo la classe piú conservatrice iraniana il divieto allo stadio in particolare per le partite di calcio é stato adottato per proteggere le donne e le famiglie da atti vandalici e di teppismo. Secondo alcuni chierici le arene sportive sono ambienti poco adatti alle donne, dove spesso vi é l’uso di un linguaggio offensivo da parte di spettatori di sesso maschile. Il precedente Presidente Iraniano Mahmoud Ahmadinejad, aveva permesso la presenza delle donne negli stadi nel giugno 2006, ma la sua decisione venne revocata dopo l’opposizione diretta dal clero di Qom. La questione della ammissione delle donne agli stadi di calcio richiederá dunque piú tempo in quanto il divieto é esplicitamente parte del regolamento interno alla Federcalcio Iraniana. Tuttavia con l’energia, la perseveranza e la voglia di cambiamento insita nella politica del Presidente Rohani anche questa discriminazione a breve potrebbe essere rimossa.
Profilo dell'autore
- Antropologa culturale e giornalista Italiana di fama internazionale. Ha studiato presso l’Università La Sapienza di Roma e si é dedicata in passato allo studio di diverse religioni. É stata ricercatrice ed ha insegnato presso il Dipartimento di Antropologia nella Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Cinese di Hong Kong. Attualmente é Presidente dell’Ancis Anthropology Forum con sede a Roma: un’associazione culturale volta al dialogo tra le religioni e le culture. Autrice di numerose pubblicazioni accademiche e articoli di attualità, Tiziana ha trascorso più di 23 anni in diversi paesi: ha vissuto in Medio Oriente, in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico. Da quando Hassan Rohani ha assunto l’incarico di Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ciavardini ha iniziato a seguire gli eventi ed i programmi della sua nuova amministrazione. Collabora regolarmente con il sito online di Repubblica nella sezione Mondo Solidale. Alcuni dei suoi articoli pubblicati su Repubblica.it sono stati tradotti in persiano e pubblicati su numerosi giornali iraniani.
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