Quello di Belo Monte è un progetto devastante che risale ai tempi della dittatura militare, poi sospeso e ripreso con forza dai governi Lula e Rousseff. Belo Monte è una grande diga che il governo brasiliano progetta di costruire sul fiume Xingu, in Amazzonia. Il Parco del fiume Xingu è un’isola verde circondata dalla deforestazione. La diga sarà la terza più grande del mondo, e inonderà una vasta porzione di terra, prosciugherà alcune parti del fiume Xingu, devasterà la foresta pluviale e ridurrà la popolazione ittica da cui i popoli indigeni dell’area, tra cui i Kayapó, gli Arara, gli Juruna, gli Araweté, gli Xikrin, gli Asurini e i Parakanã, dipendono per sopravvivere. I mezzi di sussistenza per migliaia di indigeni che dipendono dalla foresta e dal fiume, andranno distrutti, mentre l’afflusso di uomini e operai porterà loro violenze e malattie, mettendo a rischio le loro vite. Nell’arco di due anni, il Collettivo Cinedelia ha realizzato tre spedizioni sul fiume Xingu, 120 ore di girato, 87 interviste a persone coinvolte nelle decisioni politiche, a studiosi, indigeni e comunità colpite dalla costruzione delle diga di Belo Monte. [Testo e traduzioni: Clelia Pinto e Carlinho Utopia]
Lettura consigliata: Belo Monte, un’opera pubblica contro il pubblico di Eliane Brum
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