La foto in copertina è di Michal Jašek
Cara Europa,
forse avrai sentito le dichiarazioni dei nostri politici e pensato che noi siamo un po’ ipocriti e che non apprezziamo l’essere parte dell’Unione. Ti potrebbe sembrare che abbiamo dimenticato il nostro passato doloroso, nel quale i nostri concittadini sono stati costretti a lasciare il paese: 80mila ebrei durante l’Olocausto; milioni di tedeschi, spesso antifascisti, dopo l’Olocausto; 25mila cecoslovacchi nel 1948; circa 300mila dopo il 1968.
Potresti esserti chiesta cosa è successo al paese che ha donato al mondo Karel Čapek, Tomáš Garrigue Masaryk e Václav Havel. Da quanto tempo i cechi sono diventati così ininfluenti, scettici e codardi? Cosa è successo agli ideali di solidarietà, generosità e umanesimo? Non farti prendere dal panico! Non siamo così cattivi. E’ solo l’impressione che i nostri rappresentanti politici stanno dando di noi.
Per favore, credici quando ti diciamo che solidarizziamo con le persone che sono state private delle loro case, che non sono in grado di crescere ed educare i propri figli e far sviluppare le loro abilità intellettive in pace; che non sono in grado, per farla breve, di condurre una vita normale. E noi, come te, ci vergogniamo della reazione e dell’inoperosità dei nostri corpi governativi. Così abbiamo deciso di fare qualcosa da soli.
Centinaia di noi sono andati ad aiutare le persone che vivono in situazioni di pericolo. Potresti averci incontrato a Vámosszabadi, Röszke, Horgos, Győr, Szeged, Tovarnik, Beli Manastir. Altre migliaia hanno mandato vestiti caldi, coperte, cibo e denaro. E tuttora stiamo offrendo letti e impieghi a coloro che arrivano in Repubblica Ceca.
Siamo europei delusi dall’approccio sciatto del nostro governo. Né il governo né i suoi cittadini vogliono ammettere che a poche centinaia di chilometri dai nostri confini c’è un disastro enorme, preservato dal precipizio di una catastrofe umanitaria solo dalle attività delle associazioni e dei volontari. Le strutture statali come l’esercito, la difesa civile e la protezione civile continua ad attendere immobile. Non sappiamo cosa aspettino.
Siamo imbarazzati dall’attitudine delle autorità ceche verso le persone che si ritrovano nei nostri territori e vengono trattate in un modo non in linea con le convenzioni internazionali. Speriamo che il loro comportamento verso le persone che sono state trattenute sulla via verso la libertà e piazzate in strutture detentive sia la conseguenza di un errore di calcolo, di mancanza di informazione e di paure sovrastimate e non di malizia.
Caro governo ceco, caro Signor Presidente, basta avere paura. Per favore dite a quelli che sono i nostri “parenti culturali”, più vicini a noi di quanto voi vogliate ammettere, che non sono nostri nemici. Non trattateli come criminali. Lavoriamo insieme per indirizzare al meglio il nostro supporto nei loro confronti. Vogliamo essere educati, istruiti e generosi. Quindi comportiamoci così anche verso le persone nel bisogno. Non vi preoccupate, non vi lasceremo soli nel fare questo compito. Ci sono molte cose che possiamo fare per voi, così che voi abbiate la forza per risolvere i seri problemi politici che minacciano l’Europa.
Con ringraziamento e porgendo i migliori auguri,
I Cittadini della Repubblica Ceca.
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