Così in dieci giorni, a partire dal 20 ottobre, il “Nationless Pavilion” di Nation 25 attiva su Lecce e Venezia dei laboratori d’arte contemporanea in vista della fatidica data del 31 ottobre quando un’installazione collettiva presso il S.a.L.E Docks (VE) prenderà finalmente in considerazione il popolo dei rifugiati dal punto di vista territoriale e dei diritti umani. Considerarli la 25° Nazione per demografia, ci dà la grande possibilità di mettere in discussione, alla luce dei fatti odierni, il concetto di Stato-Nazione attraverso le contraddizioni eclatanti che esercita.
E se è attraverso la sospensione della propria identità nazionale che il rifugiato rappresenta “l’avanguardia del proprio popolo” e “la sola pensabile figura del popolo del nostro tempo per una ricostruzione della nostra filosofia politica a partire da lui” (G. Agamben, Mezzi senza fine), allora perché non chiedere “asilo” alle nazioni che espongono regolarmente?
Durante i mesi della Biennale il Nationless Pavilion ha deciso di affermare, tramite l’azione Square Tape, la presenza simbolica dei rifugiati con una richiesta di asilo ai curatori dei Padiglioni Nazionali ed è stato accolto da: Ungheria, Estonia, Armenia, Romania, Macedonia, Sud Africa, Brasile, Seychelles ed European Culture Centre, Turchia. “Square tape rappresenta una riflessione sulle politiche dell’accoglienza e denota evidenti contraddizioni rispetto alla realtà”, si legge sul sito del progetto.
I tre laboratori si svolgono tra Lecce e Venezia dal 20 al 31 ottobre 2015 e sono il frutto di un incontro interattivo fra Nation25, lettera27, Free Home University, AMM-Archivio Memorie Migranti, Civico Zero, S.a.L.E Docks.
Per maggiori info e per tutti gli artisti, di ogni linguaggio e nazione: Nation 25 / www.nation25.com / nazione25@gmail.com
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