di Şahin Keskin
Prima del 21 novembre 2013, l’Ucraina si trovava davanti a un bivio importante. Entrare in una partnership con la Russia o entrare maggiormente nell’orbita dell’Unione Europea. Una decisione non semplice, dettata anche dalla complessa situazione economica. L’UE mirava a plasmare un’Ucraina europea, da un punto di vista politico ed economico; la Russia considerava invece l’Ucraina come un compagno dell’Unione Eurasiatica.
Gli eventi del 21 novembre sono stati inaspettati. Le persone si sono riunite attorno a Piazza Indipendenza dopo il ritardo nel raggiungere un accordo da parte del presidente di allora, Yanukovych. Mentre la gente dell’Ucraina occidentale considerava l’avvicinamento all’Unione Europea come un grande passo, la popolazione dell’Est e del Sud pensava che avere stretti rapporti con la Russia fosse più logico.
Per questo motivo, le persone si sono divise in due schieramenti, come durante la Rivoluzione Arancione. Queste hanno determinato ciò che l’Ucraina è oggi. Mentre gli ucraini occidentali hanno sventolato le bandiere dell’UE, gli ucraini orientali brandivano bandiere russe: considerando che quanto avvenuto il 21 novembre è stato il riflesso del conflitto tra le persone e il governo, questi eventi si sono rivelati i primi segnali della guerra civile.
Analizzeremo in questa sede le politiche – e le aspettative – di entrambe le parti in termini di economia, politica e cultura.
La politica UE sull’Ucraina
Il rapporto tra l’UE e l’Ucraina è iniziato subito dopo il trattato di partenariato e collaborazione nel 1998. Nel contesto dell’allargamento dell’UE nel 2004, quest’ultima ha incluso l’Ucraina nella politica europea di vicinato (PEV). La collaborazione si è manifestata nell’ambito del dialogo politico, della difesa, della politica estera e dell’economia. Nel 2008 è stata sostenuta l’adesione dell’Ucraina all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l’Ucraina è stata successivamente sostenuta anche sulle riforme economiche e politiche nel contesto della Sinergia del Mar Nero.
L’Ucraina è geopoliticamente importante per l’UE, anche per la sua condizione di “zona cuscinetto”. Per questo motivo, scrive Thomas Carothers, è possibile che l’Ucraina sia considerata “zona grigia” tra l’UE e la Russia.
L’UE ha problemi di approvvigionamento energetico e dipendenza energetica. In questo contesto, l’Ucraina è stata inclusa nella politica energetica dell’UE in quanto area di passaggio dei canali energetici. Tuttavia, poiché UE non dispone di una politica energetica comune, non c’è un solo tipo di politica su Ucraina. Inoltre, Francia e Germania ritengono che avere stretti rapporti con la Russia sia più importante. Questa separazione ha reso più debole la politica energetica dell’UE sull’Ucraina.
La politica della Russia sull’Ucraina
La politica della Russia sull’Ucraina è più completa, per così dire, di quella dell’UE. Come noto, i due paesi hanno una storia comune. La politica della Russia va collegata principalmente a fattori geopolitici. Secondo il politologo Zbignew Brzesinski, “la Russia senza l’Ucraina può essere efficace come un paese asiatico ordinario”. In questo contesto, l’Ucraina è di vitale importanza per la Russia. L’Ucraina è importante anche per la sicurezza del Paese. Ucraina ha giocato un ruolo significativo nella Prima guerra mondiale.
Il commercio ha un ruolo importante nella politica della Russia sull’Ucraina. Il fatto che l’Ucraina abbia 45 milioni di persone attira la Russia, in quanto importante partner commerciale. Inoltre, la Russia utilizza le porte dell’Ucraina durante il trasferimento di energia in Europa. Oltre ai suoi tesori sotterranei, la Russia è preoccupata per i minerali nella regione di Donbass (Büyükakıncı, 2004). Inoltre, la Russia ha offerto un trattato doganale sulla collaborazione nei settori della sicurezza e dell’economia (Molchanov, 2012).
La preoccupazione dei russi per la regione determina anche la politica della Russia sull’Ucraina. Per la Russia, i russi che vivono negli ex paesi sovietici rappresentano una questione nazionale e governativa (Adomeit, 2011). In particolare, i russi che vivono nella parte orientale dell’Ucraina vedono questo approccio della politica russa come una garanzia. Inoltre, le persone nella regione hanno richiesto l’aiuto della Russia durante la crisi verificatasi in Crimea e nell’Ucraina orientale (Woehrel, 2015).
Infine, persino il fattore religioso determina la politica russa in Ucraina. La maggior parte dei 45 milioni di persone è ortodossa (Central Intelligence Agency, 2015). Bojidar Cipof ha accennato circa la competizione tra i patriarcati di Mosca e Kiev nei suoi scritti sulle guerre ecclesiastiche in Ucraina. Molti ex paesi sovietici lasciarono Patriarcato di Mosca dopo la loro indipendenza. In questo contesto, come nei giorni sovietici, Putin insiste sul fatto che la dipendenza degli ucraini ortodossi dal Patriarcato di Mosca sia significativa (Cipof, 2014).
Valutare gli obiettivi di Russia e UE
L’UE e la Russia hanno approcci diversi all’Ucraina, in materia di politica energetica. La politica dell’Unione europea pone enfasi su questioni quali la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la trasparenza nella distribuzione di energia e – solo in teoria – commercio e mercato non sono gli unici valori che plasmano le politiche. La Russia, invece, semplicemente non vuole perdere la propria superiorità energetica. Questa differenza svolge un ruolo importante nei punti di vista delle due parti sul Mar Nero. C’è competizione tra i paesi che costeggiano la costa del Mar Nero. Gli attori principali di questa concorrenza sono la Russia e l’UE. Il Mar Nero è un porto significativo per l’UE (Akman, 2014). La Russia, in forte competizione con la Georgia per il dominio sul Mar Nero, ha guadagnato coste importanti dopo l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. Annettendo la Crimea il 16 marzo 2014, la Russia ha decisamente ottenuto ulteriori benefici significativi sul Mar Nero (Çomak, 2014).
Conclusione
Le persone in Ucraina occidentale sono culturalmente affini a quelle dell’UE, mentre il lato orientale del Paese è tendenzialmente vicino alla Russia, anche in termini religiosi. L’approccio filo-russo di Yanukovich, arrivato al potere nelle elezioni 2010, non è stato apprezzato dai nazionalisti e dal popolo dell’Ucraina occidentale (Çomak, 2014).
Yanukovich ha sospeso gli accordi di partenariato con l’UE per motivi economici; gli eventi iniziati dal 21 novembre 2013 lo hanno poi indotto a dimettersi. La guerra civile iniziò allora. La Russia si annesse la Crimea, in reazione a questi eventi, e sostenne i separatisti nell’Ucraina orientale (Woehrel, 2015). L’integrità territoriale dell’Ucraina è stata negativamente colpita da questa serie di eventi. Dopo che l’UE ha imposto sanzioni contro la Russia a causa del suo intervento (anche militare), anche i suoi alleati hanno subito di riflesso delle conseguenze economiche (Bisenov, 2015). Il fatto che una crisi politica interna si sia rivelata essere una crisi globale, ci ha mostrato quale sia la grande competizione tra Russia e Unione europea.
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