Robert Herman inizia la sua carriera come street photographer al termine degli anni ’70, quando, “armato” di una Nikon F, comincia ad esplorare New York ed i suoi quartieri più caratteristici, migliorando negli anni la sua tecnica. Le foto su pellicola a colori Kodachrome scattate a New York dal 1978 al 2005 sono raccolte nella sua prima monografia “The New Yorkers” e testimoniano come la città abbia subito negli anni importanti cambiamenti, fino a diventare la metropoli spettacolare che conosciamo oggi.
La sua seconda pubblicazione, dalla quale è tratta la mostra, si intitola “The Phone Book” e raccoglie oltre 120 fotografie scattate da Herman tra il 2000 e il 2015 durante il suo peregrinare in giro per il mondo. Considerato uno dei primi libri fotografici interamente realizzati con Hipstamatic, accompagna l’osservatore in un viaggio emozionale da Napoli a Bilbao, da Johannesburg a New York consentendogli di cogliere la vivacità e la brillantezza dei luoghi incorniciati e trasmettendogli la vibrazione delle persone che animano quei “momenti”. In ogni foto sono indicati luogo, data, ora, latitudine e longitudine. È un modo questo per attribuire ad ogni scatto una propria identità diversa da qualsiasi altra e per tracciare una mappa del mondo fatta di luci e colori, di eccitazione e trasparenza, di illusioni e speranze.
La mostra “The Phone Book solo exhibition” verrà inaugurata martedì 8 dicembre 2015 alle ore 19 a Lecce, presso Lo.ft – Locali fotografici. Curata da Roberta Fuorvia*, la mostra presenta – per la prima volta in Italia – un’accurata selezione di 30 immagini a colori realizzate con l’iPhone e tratte dal libro “The Phone Book”, pubblicato ad ottobre 2015 da Schiffer Publishing.
“Tra le fotografie esposte ci sono alcuni scatti inediti considerati dall’autore non adatti, per ragioni editoriali, alla pubblicazione ma meritevoli di un posto all’interno della mostra.
Questa scelta è stata pensata e voluta per due ragioni. La prima: “riabilitare” alcuni “scarti” dell’autore offrendo al pubblico immagini di cui non avrebbe potuto altrimenti godere; la seconda, più prettamente tecnica: il processo di editing delle immagini destinate ad un libro fotografico è ben diverso da quello dell’allestimento di una mostra fotografica e spesso le ‘pause’ ed i ‘respiri’ impiegati nel contesto di uno spazio espositivo differiscono da quelli necessari all’interno dell’ “oggetto libro”.
Infine, si è voluto riproporre al pubblico i contenuti di “The Phone Book” conferendo ad essi un nuovo ‘habitat’, vestendo così di autenticità la prima ufficiale della mostra tratta dal libro e pensata ad hoc per Lo.ft. – locali fotografici”.
Roberta Fuorvia
*Roberta Fuorvia nasce a Napoli il 12 agosto 1985. Dopo la laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, frequenta un corso a CSF – Adams (Centro Sperimentale di Fotografia) e in qualità di fotografa affronta il tema della violenza dell’uomo sulla donna. Realizza in quest’occasione un dummy dal titolo Statt’ Zitt’ che sarà esposto durante la X edizione di Fotoleggendo. A New York, sua città elettiva, frequenta due workshop, uno con Maggie Steber e Erica McDonald e l’altro con Donald Weber. La sua più grande passione è la direzione artistica di eventi e mostre, la progettazione di installazioni fotografiche e l’organizzazione di workshop con autori di fama internazionale. A ottobre 2014 è stata la coordinatrice italiana della prima edizione del progetto PWNY | European tour organizzato da Photo Workshop New York di Laura De Marco e Roberto Alfano e ha collaborato con la fotografa americana Kate Fowler. Ama ricercare giovani talenti, a cui dedica il suo tempo per la promozione dei loro progetti. Da ottobre 2014 è curatrice di NYPS – New York Photo Stories, un progetto che raccoglie lavori fotografici di giovani autori sulla città di New York. Ciò che cerca con NYPS è una fotografia che si connetta con il cinema fondendosi in un unico linguaggio visivo.
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