La rotta balcanica dei migranti e i marsupi della solidarietà

Eidomeni è una piccola cittadina al confine tra Grecia e Macedonia, attraversata ogni giorno un numero incredibile di migranti e rifugiati provenienti principalmente da Siria, Afghanistan, Iraq, Iran e Kurdistan. Si tratta del primo snodo importante della cosiddetta “rotta balcanica”, che conduce i migranti verso le più ambite mete della Germania, Svezia, Austria e Olanda.

Dall’estate scorsa la cittadina è balzata in cima alle notizie di mezzo mondo e attualmente gruppi di volontari raggiungono ogni giorno questa località per dare supporto ai rifugiati con beni di prima necessità e qualsiasi cosa possa supportare l’ancora lungo viaggio che i rifugiati devono affrontare verso l’ignoto Nord.

bimbo marsupioEd è proprio in questo contesto che ad agosto è nata l’idea delle “Hand-made baby carriers for refugees in Eidomeni”. La causa scatenante è un papà che prima di attraversare il confine chiede ai volontari una borsa per portare il figlio lungo il viaggio.

“Non avendo con noi nulla in quel momento – spiegano i volontari – che potesse soddisfare la richiesta, abbiamo iniziato a cercare dei modi per poter aiutare i migranti e le migranti che portano con se le loro famiglie” Persone costrette a trascinare i pesanti bagagli e nel frattempo portare in braccio i propri figli. In un viaggio che può durare diverse settimane.

Acquistare prodotti nuovi è impossibile: parliamo di un costo di 120 euro a unità. Raccoglierne di
usati non è così immediato ed è inadatto per soddisfare il grande numero di richiedenti. “Ma guardando tra i diversi modelli esistenti sul mercato ne abbiamo trovati alcuni di facile riproduzione. L’idea nata quindi di conseguenza, è stata quella di iniziare effettivamente a fare noi i marsupi che i rifugiati ci stavano chiedendo”.

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Così è nato questo naive ma efficace modello a due fasce chiamato carry-baby che sin da subito ha mostrato numerosi vantaggi logistici: facile da cucire, realizzabile in poco tempo: (servono sessanta minuti a marsupio, si può realizzare anche con tessuti di recupero, richiede due sole cuciture e quindi si rompe più difficilmente, è intuitivo e quindi si il suo utilizza si spiega facilmente ai migranti.

“Quando abbiamo iniziato a cucire e donare i primi marsupi, ci siamo resi conto che il numero dei rifugiati che attraversavano il confine ogni giorno aumentava esponenzialmente. E con loro anche il numero di famiglie con bambini. C’era quindi bisogno più persone che aiutassero nella produzione ma anche nella distribuzione. Abbiamo aperto una pagina Facebook, e grazie a questa abbiamo trovato altre persone, donne di ogni età e competenze varie, che volevano offrire il proprio aiuto. Chi condividendo le proprie conoscenze, chi imparando a fare per aiutare”.

cucire

La notizia gira, i volontari aumentano e un centro sociale di Salonicco, Oikopolis, mette a disposizione lo spazio per organizzare un vero e proprio laboratorio. Qui la produzione è diventata fantasia, “sperimentiamo nuovi modelli, recuperiamo dalle vicine manifatture tessuti di buona qualità, ma troppo piccoli per essere ancora utilizzati”.

Così un team composto per lo più da cittadini greci sotto la morsa della crisi economica crea una macchina di produzione creativa e solidale che “con il passare del tempo ha avuto un grande impatto non solo per i rifugiati, ma anche per i locali, perché la necessità dettata dai siriani in fuga ha comportato un incontro di generazioni che cooperavano per un valore comune: la libertà di movimento”.

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Il team produttivo si incontra almeno due volte a settimana, una volta per tagliare i tessuti e darli a chi sa cucire. Un’altra per ritirarli, dividerli per taglie e poi distribuirli al confine, a un’ora e mezza da Salonicco. “Questo è forse il momento più gratificante di tutto il processo. Ci rivolgiamo a mamme e papà con bambini e spieghiamo l’iniziativa. La lingua è di certo un ostacolo, ma non è insuperabile. Proponiamo i nostri marsupi e ne spieghiamo l’uso e il funzionamento. Se il genitore approva lo aiutiamo nel posizionare il bambino e doniamo il marsupio. Consegniamo ai nostri beneficiari anche un piccolo flyer dove oltre alle istruzioni sull’utilizzo del marsupio ci sono i nostri contatti, sperando così anche in un feedback da parte loro”.

istruzioni

Va detto che il progetto sta trovando supporto anche in Italia, dove ad esempio l’associazione di Bologna “Un Sogno Per la Strada onlus” ha contribuito all’acquisto di una macchina per cucire professionale. Eppure non è mai abbastanza, perché i flussi non diminuiscono e non seguono certo la disponibilità di tempo dei volontari, generalmente legata ai weekend. “Siamo consapevoli che coprire un maggior numero di bambini con i nostri marsupi è un operazione che richiederebbe uno sforzo grande, ma non impossibile. Ed è per questo motivo che abbiamo iniziato un crowdfunding. Con il quale chiediamo il necessario supporto per poter ottimizzare il lavoro”. I volontari sono instancabili e cercano di trasmettere il loro entusiasmo anche a chi non ha potuto vedere con i propri occhi cosa sta succedendo Eidomeni, dove le persone che accolgono sostituiscono l’assenza delle istituzioni europee. Trovate ulteriori informazioni sul progetto dei marsupi nella fanpage dell’associazione: www.facebook.com/babycarriersformigrants 

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