Essere gay in Nigeria

“In Nigeria non ci sono gay”. Queste parole, pronunciate nel 2004 dall’allora presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, hanno lasciato un segno nelle parole di Bisi Alimi, un attivista di Mushin (uno degli slum più poveri della Nigeria), spingendolo a compiere un’azione drastica.

Durante lo show “New Dawn”, presentato dalla giornalista Funmi Iyanda sulla televisione nazionale nigeriana (NTA), Bisi Alimi ha fatto una dichiarazione che gli sarebbe poi costato tantissimo: ha parlato della sua omosessualità, apertamente, in diretta.

È stato il primo e unico nigeriano a fare coming out pubblicamente sulla televisione nazionale. Il talk show è stato immediatamente chiuso e il Parlamento ha iniziato a discutere della fiera dichiarazione di Bisi. I suoi amici e la sua famiglia lo hanno abbandonato, e per molti anni ha subito attacchi violenti e azioni d’odio da chi era accanto a lui.

Bisi Alimi, live on CNN
Bisi Alimi sulla CNN

“The Boy from Mushin” è un documentario che ricostruisce la storia della vita di Bisi, dalle campagne di sensibilizzazione sull’HIV in Nigeria, al coming out, al viaggio che lo ha condotto a Londra da rifugiato. Oggi Bisi è uno degli attivisti per i diritti umani più in vista dell’Africa; il doc, girato dal regista Joe Cohen, mostra il suo pericolosissimo viaggio in Nigeria, il primo da quando ha assaggiato il calice amaro dell’esilio.

Quella che viene raccontata è una storia complessa – come la società nigeriana – fatta di tensioni etniche, identità di genere, sessualità e politica. Ma non è soltanto la storia di Bisi: il film dà voce anche ad altri gay e lesbiche che con coraggio lottano per l’accettazione e il riconoscimento in Africa. L’esempio di Bisi ha ispirato anche molte altre persone a farsi animo e ad agire.

Bisi Alimi and Human Rights lawyer Alice Nkom at World Economic Forum Africa
Bisi Alimi e l’avvocatessa per i diritti umani Alice Nkom al World Economic Forum -Africa

La storia di Bisi è la storia di milioni di persone che, in tutto il mondo, sono discriminate e subiscono violenza ogni giorno. Il documentario mostra la brutale ingiustizia che tantissimi africani vivono sulla propria pelle e le sfide culturali che vive l’Occidente, che sebbene accolga chi scappa da tali discriminazioni, non disdegna rapporti commerciali e turistici con i paesi che  reprimono tali minoranze.

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Negli ultimi anni in Occidente la retorica anti-migranti sta raggiungendo livelli spaventosi, sia nella società civile che nel mondo politico. Ecco perché è importante condividere e sostenere progetti come “The Boy From Mushin”, che dà voce agli esseri umani dietro la Storia, mostrando che una persona è molto di più di una semplice statistica.

Bisi Alimi out campaigning
Bisi Alimi durante una manifestazione

La Nigeria ha recentemente approvato una legge contro gli omosessuali che criminalizza i rapporti tra persone dello stesso sesso con pene che raggiungono i 14 anni di prigione. Sono previste pene simili anche per chi, avendo la possibilità di denunciare una persona omosessuale, non lo faccia. Questo provvedimento giuridico ha reso ancora più difficile fare campagne per i diritti LGBT, e in seguito ad essa si è registrata una sensibile diminuzione di trattamenti e prevenzione dell’HIV. Anche la società civile si è ulteriormente irrigidita nei confronti delle comunità LGBT, legittimando di fatto atti di violenza e umiliazioni pubbliche contro.

 Ma ci sono altri paesi africani che hanno adottato provvedimenti ancora più radicali nei confronti delle persone LGBT. In Uganda la comunità internazionale è riuscita a combattere e sconfiggere il disegno di legge chiamato “Kill The Gays”, ma in ben 35 paesi africani è illegale essere gay. Essere, cioè, se stessi.

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