Zélia Gattai e Jorge Amado, memorie di un amore

di antonella rita roscilli*

“Per cinquantasei anni furono solo Lei e il suo amore. Di questi cinquantasei anni, quaranta li trascorsero insieme a Bahia. Insieme piantarono il giardino, insieme educarono i figli e videro nascere i nipoti, insieme ebbero cura dei loro tanti animali, insieme coltivarono l’amicizia”

Così inizia la prefazione di Paloma Amado al libro “Memorial do Amor”, scritto nel 2004 da Zélia Gattai e che appare ora per la prima volta tradotto in italiano, pubblicato dalla casa editrice Nova Delphi, con traduzione di Antonella Rita Roscilli. È uno degli omaggi dell’Italia per onorare quest’anno il Centenario della nascita di Zélia Gattai, memorialista brasiliana di origini italiane e moglie del famoso scrittore Jorge Amado. Zélia è stata ricordata anche nell’Ambasciata del Brasile a Roma il 30 maggio 2016, in un evento introdotto dall’Ambasciatore del Brasile Ricardo Neiva Tavares.

Era nata il 2 luglio 1916 a São Paolo, figlia di emigranti italiani, sognatori che varcarono l’oceano alla ricerca di una vita migliore portando con sé i loro ideali. Il padre Ernesto apparteneva ad una famiglia toscana che alla fine del secolo XIX partecipò al sogno della Colonia Cecilia. La famiglia veneta della madre Angelina, giunse in Brasile per lavorare nelle piantagioni di caffè, dopo l’abolizione della schiavitù, avvenuta nel 1888. Ultima di cinque figli, Zélia trascorse l’infanzia e l’adolescenza in mezzo alle prime manifestazioni operaie nei quartieri degli immigrati. Nel 1938, durante la dittatura di Getulio Vargas, i poliziotti ammanettarono il padre definendolo sovversivo. Venne gettato in carcere e torturato. La sua salute ne risentì a tal punto che morì di febbre tifoide nel 1940 all’età di 54 anni. “Tu sei la mia speranza” disse alla figlia. Zélia non perse mai quella speranza e iniziò a coltivarla nella militanza politica.

LEGGI ANCHE:   Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Nel 1945, accompagnata da questa grande forza, incontrò a São Paulo lo scrittore Jorge Amado nel corso del “1° Congresso Brasiliano degli Scrittori”. Jorge Amado aveva 32 anni, era già molto noto. Aveva patito il carcere e l’esilio per l’impegno politico nella sinistra brasiliana. Con l’avvento dell’Estado Novo di Getulio Vargas i suoi libri erano stati sequestrati e bruciati nella pubblica piazza. Zélia iniziò quindi a lavorare con Jorge e nel 1946 appoggiò la sua elezione alla Camera Federale. Con lui si trasferì a Rio de Janeiro ove nacque João Jorge, il loro primo figlio. Memorabili le leggi proposte da Jorge Amado sul diritto d’autore e sulla libertà di religione in Brasile. Quando i tempi divennero di nuovo bui, si esiliarono per cinque anni in Europa, ove nacque Paloma. Iniziò l’amicizia con intellettuali e artisti come Pablo Picasso, Nicolas Guillén, Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Al ritorno in Brasile decisero di vivere a Salvador Bahia e la loro dimora fu al numero 33 di Rua Alagoinhas, nel quartiere di Rio Vermelho a Salvador. Al lato di Jorge Zélia viaggiò ai confini della terra.

“Per 56 anni Jorge Amado è stato mio marito, il mio maestro, il mio amore”, disse, ma mai divenne superba per via del cognome Amado. Infatti quando iniziò la sua carriera di memorialista, non utilizzò il cognome del marito. Per tanti anni lo aiutò nel lavoro di revisione dei testi. Esordì nel 1979 con il libro “Anarchici grazie a Dio”, nel quale scrisse i ricordi legati ai genitori, all’infanzia e adolescenza raccontando la vita degli emigranti italiani a São Paulo all’inizio del secolo XX. Fu un grande successo con 200.000 copie vendute in Brasile. Rete Globo ne ricavò una fortunata miniserie interpretata da Deborah Duarte e Ney Latorraca con la regia di Walter Avancini. Tradotto in varie lingue, nel 1983 il libro fu pubblicato in Italia dalla Frassinelli e nel 2002 riproposto dalla Sperling e Kupfer nella collana “Continente desaparecido” diretta da Gianni Minà. Dal 1979 in poi Zélia, utilizzando un linguaggio diretto e intriso di emozione, divenne colei che raccontava minuziosamente le incredibili memorie della famiglia Amado e della famiglia Gattai.

LEGGI ANCHE:   Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Tra le sue opere ricordiamo “Un cappello da viaggio”, “Giardino d’inverno”, “La casa di Rio Vermelho”, “Città di Roma”, “Vacina de sapo” e il libro di fotografie “Reportagem incompleta” con traduzione in francese a cura di Pierre Verger. Pubblicò nel complesso undici libri di memorie, tre libri per bambini, un romanzo e un libro di fotografie. Zélia era una fotografa formidabile e sono sue tutte le immagini che possediamo oggi di Amado. Trentamila negativi circa si trovano nella Fondazione Casa de Jorge Amado, la grande casa azzurra nel Pelourinho (nel centro storico di Salvador), per tanti anni diretta dalla poetessa Myriam Fraga e dal 2016 diretta da Angela Fraga de Sá. Zélia fu eletta nell’Accademia Brasileira di Letras, nell’Academia de Letras da Bahia e nell’Academia de Letras de Ilhéus.

La sua carriera letteraria è costellata da successi e da riconoscimenti internazionali tra i quali il grado di “Commendatore di Arti e Lettere” in Francia, il Gonfalone d’Argento della Regione Toscana; il grado di “Grande Ufficiale della Stella della Solidarietà italiana”, concessole dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2007 e consegnato da Michele Valensise, ambasciatore d’Italia in Brasile; la Laurea Honoris Causa presso la UFBA (Universidade Federal da Bahia).

Se ne andò il 17 maggio 2008 e affinché rimanesse per sempre il ricordo suo e di Jorge, dal novembre 2014 la Casa do Rio Vermelho, ricca di oggetti personali e vicende, è divenuta un Memoriale aperto al pubblico, dopo essere stata restaurata dal celebrato architetto e scenografo Gringo Cardia, a cura del prof. Paulo Miguez, vice Rettore della Ufba. Per il Centenario in Brasile si prevedono mostre fotografiche organizzate dalla Fundação Casa di Jorge Amado, una giornata a lei dedicata durante il “VI Coloquio Jorge Amado” e il “Curso Castro Alves 2016”, organizzati dalla Academia de Letras da Bahia, presentazioni di libri, ecc.

LEGGI ANCHE:   Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Oggi Zélia continua a vivere attraverso i suoi preziosi libri, testimonianza di una parte della storia dell’emigrazione italiana in Brasile e memoria della sua straordinaria vita accanto a Jorge Amado. Proprio per studiare al meglio la sua opera si inaugurerà presto a Salvador la “Casa 47- Espaço Zélia Gattai”.


*ARTICOLO originariamente pubblicato SU LA MACCHINA SOGNANTE, UNA RIVISTA DI SCRITTURE DAL MONDO. OGNI SETTIMANA FRONTIERE NEWS PUBBLICA UN ARTICOLO SELEZIONATO DALLA REDAZIONE DE LA MACCHINA SOGNANTE.


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.