Figliastri d’Italia

di Luca La Gamma

A poco più di un anno dall’approvazione parziale della riforma sulla concessione della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia, i promotori della campagna “Italiani senza cittadinanza” e le associazioni L’Italia sono anch’io, Associna, Giovani Musulmani d’Italia, Anolf Cisl e Lotus Club, hanno chiesto e ottenuto un nuovo incontro in Senato con il presidente Pietro Grasso, il quale si è dichiarato “sensibile al tema dello Ius Soli e favorevole ad una rapida approvazione della riforma”.

Ius Soli – Secondo la norma saranno cittadini italiani per nascita i figli di genitori stranieri, purché uno dei due sia in possesso di un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Entro il diciottesimo anno di età, il genitore, o chi ne esercita la responsabilità, dovrà presentare all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore una dichiarazione di volontà in tal senso. In assenza di tale documento, la cittadinanza potrà essere richiesta dal diretto interessato entro il ventesimo anno d’età. Per gli stranieri nati e residenti in Italia legalmente e senza interruzioni fino ai 18 anni, il termine entro il quale dichiarare l’acquisto della cittadinanza sale da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età. Il principio dello Ius soli, così come incorporato nel disegno di legge, non verrà applicato ai cittadini europei, poiché il permesso di lungo periodo è previsto solamente per i cittadini provenienti da Stati non appartenenti all’Unione Europea.

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Riforma ferma in Senato – Il 13 ottobre 2015 la riforma sulla cittadinanza venne approvata alla Camera. Passata al Senato, si è completamente impantanata e tutt’oggi non vede la luce. Durante il primo incontro alla Camera (13 ottobre 2016 ndr) Kwanza Musi Dos Santos (Italiani senza cittadinanza) è intervenuta con parole forti: “Italiani senza cittadinanza è un gruppo di ragazzi nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri. Il movimento è nato da poco sul web perché siamo stanchi di questa legge obsoleta che ci affligge da 20 anni e dell’immobilismo che si è creato intorno alla questione. Siamo ad un anno dall’approvazione della riforma alla Camera, che presenta sì delle criticità, ma che può cambiare la vita di oltre 800mila ragazzi nati in Italia, che parlano come italiani, mangiano come italiani, sono cresciuti come italiani e si sentono italiani. Chiediamo solo che ci vengano riconosciuti i nostri diritti”.

Il secondo incontro al Senato – Arbër Agalliu Aga, giovane giornalista italiano di origini albanesi, nonché collaboratore di Frontiere News e presente alla conferenza stampa presieduta da Khalid Chaouqui (Pd) dopo l’incontro svoltosi in Senato, ha dichiarato: “dei numeri pubblicati recentemente sui ragazzi di seconda generazione, figli di immigrati minori, il 72% è nato in Italia. Perché ci siamo mossi? Perché siamo stanchi di elemosinare diritti che ci spettano. Il mio problema era quello di imparare l’albanese quando ero piccolo, non l’italiano. Tutt’ora il mio problema è, quando torno in Albania, di integrarmi in quella società. Non in questa. Credo che i tempi siano maturi per approvare la riforma anche in Senato e renderla finalmente legge”.

Chiosa Chaouki: “Noi deputati abbiamo fatto una battaglia interna alla Camera per cercare di arrivare ad una riforma di buon senso, grazie all’impegno della collega on. Santerini crediamo che oggi la riforma dello Ius Soli sia una riforma equilibrata, che tiene conto della necessità di approvare in tempi rapidi un diritto sacrosanto per oltre 800mila ragazzi nati e cresciuti in Italia. Sentiamo la necessità di promuovere una cittadinanza più consapevole, che tenga conto della nascita ma anche della formazione di un individuo”.

Le iniziative – Intanto Italiani senza cittadinanza e L’Italia sono anch’io, per sensibilizzare non solo i senatori, ma anche i cittadini sul tema, hanno organizzato per il mese di febbraio i martedì della cittadinanza (il primo incontro si è svolto martedì 7 febbraio ndr). L’ultimo incontro, il sit in più grande, è previsto per martedì 28 febbraio al Pantheon di Roma.

 


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