Raccontare le migrazioni passate per capire quelle presenti

Tutti abbiamo visto le scene dei treni per Auschwitz, come guardiamo quelle delle moderne migrazioni, da Idomeni a Calais, passando per Como o Ventimiglia. Ma cosa succede dietro le quinte delle grandi notizie riguardanti la migrazione? Che storie hanno quei luoghi?

TerminiTV vuole provare a rispondere a queste domande con il progetto Refugee Tracks, un web documentario in 5 puntate dedicato a raccontare migrazioni, stazioni e confini, visitando territori di cui si parla solo raramente, e solo in relazione ad emergenze. Emergenze che non sono precisamente tali, visto che la storia umana è lastricata di conflitti e migrazioni. Con Refugee Tracks verrà ripercorsa la storia dellasilo politico, ma anche quella dei confini del nostro paese.

COS’È TERMINITV

Vecchie stazioni, binari abbandonati, viaggiatori e senzatetto, migranti e residenti, TerminiTV da due anni racconta il non luogo” (atopos) legato a simili luoghi di transito, a partire da Termini, ma esplorando anche altre stazioni. Sono oltre 300 i video realizzati, fruibili sia da un pubblico italiano che internazionale.

Le stazioni e i binari, specialmente quelli delle province generalmente più dimenticate, sono il teatro in cui la storia delle migrazioni scorre tanto velocemente che si fa fatica a registrarla, appiattiti come troppo spesso siamo sullattualità e la notizia.

RACCONTARE LE MIGRAZIONI PASSATE, PER CAPIRE QUELLE PRESENTI

Refugee Tracks vuole andare alla ricerca di binari e stazioni con una storia alle spalle e un confine davanti, realizzando un lavoro unico di ricerca legato allamore per treni e stazioni, ma con un occhio alle pagine più o meno sbiadite che le migrazioni hanno lasciato in questi luoghi.

Si partirà dallestrema periferia a nord Est: Trieste e Gorizia, per poi seguire i confini naturali, le Alpi, passando per Tarvisio, Brennero, fino alla vecchia linea Cuneo-Nizza, fino a superare il confine con la Francia, luogo caldo delle migrazioni di oggi. Nuovi confini, dove i migranti stanno continuando a morire ancora oggi, nel buio delle gallerie ferroviarie.

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