di Luca la gamma
Lezioni di pasticceria per 10 migranti con fragilità psicologica e disturbi alimentari, ospiti degli SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) Aspromonte e Gerini della capitale e provenienti da diversi Paesi (Iran, Iraq, Afghanistan, Mali, Gambia, Senegal). Il laboratorio di pasticceria che permette di acquisire competenze professionali e stimola un processo terapeutico-riabilitativo, è una componente del progetto Migranti in FormAzione dell’associazione Nove Onlus svolto in collaborazione con la Cooperativa Sociale EtaBeta.
«Impareranno a fare i muffin, i tozzetti e la torta della nonna» racconta entusiasta Margherita Pacelli, pasticciera formata alla scuola del Gambero Rosso che si è offerta volontariamente come tutor. «L’esperienza concreta ed emotiva del laboratorio offrirà ai ragazzi un’occasione per impegnarsi e portare avanti un progetto individuale e di gruppo ed attivare possibili percorsi di inclusione socio-lavorativa ed autonomia» dichiara Livia Maurizi, project manager di Nove Onlus.
Migranti pasticcieri – «è un programma facente parte del più ampio progetto Migranti in FormAzione, avviato ad ottobre 2016 con l’obiettivo di dare ai migranti aventi i necessari requisiti (permesso di soggiorno per poter lavorare in Italia, comprensione della lingua italiana ndr) gli strumenti per una effettiva integrazione nella nostra società», ci racconta Livia Maurizi. Che prosegue: «Nella prima fase il progetto si ripropone di offrire corsi di formazione professionale ed orientamento al lavoro grazie al partner SGB Humangest Holding. Nella seconda fase sono previsti dei tirocini in aziende disponibili all’inserimento lavorativo di questi migranti. I 10 ragazzi che partecipano al corso di pasticceria sono stati selezionati personalmente dalla nostra Onlus, partendo da una base di 50 persone. Il progetto è perlopiù auto-finanziato. Per trovare i fondi necessari a mandare avanti l’iniziativa abbiamo fatto una piccola raccolta online di crowdfunding. Con i soldi ricavati abbiamo messo su il laboratorio e comprato il materiale necessario. Una grande mano ce l’ha data anche la parrocchia di San Genesio Primo, che ha messo a disposizione la cucina per poterci permettere di realizzare il corso, che durerà 10 lezioni. Per ogni ogni lezione è prevista una nuova ricetta. Le lezioni si svolgono il lunedì pomeriggio (dalle 15.00 alle 19.00) presso la parrocchia di San Genesio Primo».
Entusiasti i commenti di alcuni ragazzi dopo la prima lezione: «A Kandahar vedevo mia nonna e le mie sorelle preparare i Kulche Badami (biscotti alle mandorle), oggi Margherita ci ha insegnato a preparare dei dolci simili che si chiamano tozzetti. Che peccato, si sono bruciati! Li ho tenuti in forno troppo tempo!» racconta sorridendo Mahmoud, afghano di 25 anni, arrivato in Italia un anno fa. «E’ la prima volta, da quando sono arrivato in Italia 4 mesi fa, che mi sento veramente parte di un gruppo. Mi piace cucinare, ma non avevo mai fatto un dolce. Non vedo l’ora che ci sia la prossima lezione: ho appena cominciato, ma con l’aiuto dei miei compagni e della pasticciera Margherita ce la posso fare!» dice con nuova sicurezza Baboucar, 20 anni del Gambia.
Nove Onlus – E’ un’organizzazione fondata nel 2012 da persone esperte in cooperazione internazionale. Si occupa principalmente di aiuti umanitari, educazione e sviluppo socio economico. Aiuta persone svantaggiate, in particolare donne, bambini e disabili, cercando di alleggerire la macchina degli aiuti umanitari. «Il primo Paese in cui siamo intervenuti è stato l’Afghanistan, prosegue Livia Maurizi. A Kabul abbiamo attivato un centro di formazione che ogni anno forma circa 600 donne. Tra le varie attività c’è anche un corso di scuola guida. Sembrerà una cosa banale, ma in Afghanistan le donne non possono guidare e fanno fatica a prendere la patente. Abbiamo in cantiere l’idea di aprire una start up di soli taxi al femminile a Kabul. Non solo, grazie al Fondo Sergio Silvestris, supportiamo disabili, uomini e donne meno fortunati attraverso diversi interventi quali – per esempio – il pagamento di borse di studio e operazioni chirurgiche. In questo ambito un ruolo fondamentale è ricoperto da Alberto Cairo, socio di Nove Onlus, responsabile dei centri ortopedici per la Croce Rossa Internazionale in Afghanistan. Anche in Italia abbiamo aperto dei progetti. Nel 2016 abbiamo dato vita a “dai una mano a un romano”, in collaborazione con Humangest Holding, Municipi e Caritas: combattiamo la marginalità favorendo l’inclusione sociale dei beneficiari del progetto. In Etiopia, invece, attualmente supportiamo economicamente sei ragazze, favorendo la loro formazione scolastica».
Per le foto si ringrazia Alessandra Zucconi
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