Lamezia Terme – Un dibattito emerso da circa un decennio in Italia, quello fra sessualità e disabilità, e che ancora oggi, però, risulta poco affrontato, sia in sede accademica, sia nella quotidianità di tutti i giorni piena di tabù e pregiudizi. La sessualità, infatti, se accostata al disabile diviene argomento più complesso forse perché le coscienze risultano assorbite da vecchi retaggi culturali, false credenze. Poiché il disabile, come tutti i normodotati, necessita dell’effettivo diritto alla vita, nel quale è posto in essere il diritto all’amore, e perché no anche alla sessualità. Se partiamo dal semplice presupposto che il principio di uguaglianza debba trovare modo di poter essere esercitato, non si può allora sottovalutare che tutte le esigenze di un normodotato, quali l’affettività, l’emotività, e il diritto alla corporeità, valgono allo stesso modo per il disabile. Ci si innamora, si provano emozioni forti, si nutrono desideri sessuali.
Da alcuni mesi, a Lamezia Terme, Antonio Saffioti (Vicepresidente della FISH Calabria Onlus), dopo aver pubblicato il suo primo libro “Chi ci capisce è bravo”, si è posto l’obiettivo di “liberare l’amore”, da qui l’hashtag #amorelibero, che ha fatto da cornice al primo seminario sul tema “L’affettività e le persone con disabilità” nella stessa città calabrese. Ad essere intervenuti, Nunzia Coppedè, Presidente FISH Calabria, Antonio Saffioti, Vicepresidente FISH Calabria, Paolo Valerio, professore ordinario di Psicologia Clinica all’UNINA (Università di Napoli Federico II) e direttore del Centro di Ateneo SInAPSi, sul tema “Affettività, relazioni e sessualità nella persona con disabilità tra barriere familiari e opportunità istituzionali”, Laura Corradi, professoressa di Studi di genere e metodo intersezionale all’UNICAL Università della Calabria sul tema “Le disabilità, delle sessualità e del diritto alla corporeità”. In video conferenza Maximiliano Ulivieri, Presidente del ‘Comitato per l’assistenza sessuale alle persone con disabilità’. Un incontro molto partecipato che, oltre ad associazioni, gruppi culturali e di volontariato, ha visto anche la presenza istituzionale del sindaco Paolo Mascaro e dell’assessore alle politiche sociali della Regione Calabria Federica Roccisano, la quale quest’ultima si è dichiarata entusiasta della manifestazione organizzata perché mette in evidenza il valore dell’inclusione.
Da parte di Saffioti, affetto da distrofia muscolare, ormai divenuto personaggio pubblico sul piano culturale, politico e sociale, nessuna pretesa di esaurire l’argomento nell’assistenza sessuale. Non c’è neanche la volontà di parlare solo di sesso, anzi, secondo Saffioti il sesso è solo l’ultimo gradino di una scala fatta di empatia, amicizia, amore. Non si parla di sesso senza prima parlare d’amore, dunque. E se dal Nord Italia, Maximiliano Ulivieri del Comitato Lovegiver, inizia il primo corso di formazione per assistenti sessuali rivolto a persone con disabilità, facendo pure a meno di unire la “Sessualità” ad altri colori relazionali, dal Sud della Calabria, Antonio Saffioti racconta di aver liberato l’amore, ovvero la propria sessualità da poco, e tuttavia dichiara di preferire il cibo e il sonno. L’ironia, caratteristica che contraddistingue il lametino 34enne, consente di leggere alcuni fatti che, in aggiunta ai punti di vista scientifici, ai pareri dei disabili, e delle grandi associazioni a tutela dei diritti dei disabili, non fanno altro che rendere insufficiente l’assistenza sessuale. Non basta, e forse non risolve il problema. Perché è di problema che si parla, a parte l’esigenza e il diritto, in relazione a testimonianze di genitori con figli disabili, ma anche secondo le analisi degli addetti ai lavori. A prescindere dal grado e dalla specie di disabilità, su cui comunque occorre fare molta attenzione, non si può in alcun modo accettare che un genitore debba arrivare a masturbare il proprio figlio disabile. Eppure è successo. Eppure se non è successo sono stati farmaci e sedativi a calmare da certe reazioni alcuni disabili, specie quelli colpiti da disabilità psichica. Ed ecco che in causa viene chiamato tutto il mondo della psichiatria, della sociologia, ecc.
Sono oltre 2000 le richieste pervenute a Ulivieri, da parte di disabili e famiglie che cercano l’assistente sessuale, figura istituita per la prima volta in Olanda. Ulivieri, che in Parlamento ha portato un disegno di legge diretto a rendere concreto il servizio, rimasto ancora fermo dal 2014, è sposato, conduce una vita autonoma, e grazie alla sua determinazione ogni giorno si imbatte con la cattiva informazione: L’assistente sessuale, infatti, non è paragonabile alla prostituzione. Essa, dietro professionalità, deve essere dotata di enorme empatia.
La sessualità, quale argomento complesso per tutti, assume grande valore per la vita. È qualcosa che inizia e finisce con essa. La stessa musicalità della parola, a pronunciarla implica una serie di pensieri, di domande, in continua elaborazione e concatenati, tali da non poter mai avere una o più risposte. La notizia potrebbe riguardare la rottura di tabù. Dunque, il dibattito, il rafforzamento della comunicazione e dei rapporti umani, l’educazione sentimentale, anche nelle aule scolastiche, potrebbero fare il salto di qualità, anche in relazione alla libertà dell’amore. Forse non dovrebbero costruirsi discorsi netti e separati. Poiché la disabilità, come la sessualità, è un mondo diversificato. Ogni disabile porta con sé il proprio percorso personale. Alcuni di loro sfamano l’amore con l’empatia di un’amica, altri invece solo mediante un rapporto sessuale. Chi con entrambe le cose. Per questo motivo, non si può condannare chi vive bene la propria sessualità anche in altre forme, chi invece trovandosi immobile, non potendo esprimere in alcun modo la propria sessualità, necessita di un’assistente sessuale.
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Profilo dell'autore
- Valeria D’Agostino è nata e cresciuta a Lamezia Terme, ha 29 anni, i suoi studi sono giuridici ma attualmente è la letteratura ad essere al centro di ogni cosa. Corrispondente per un giornale locale, blogger del Collettivo ValeriaManifest, vicepresidente di Scenari Visibili, si occupa di teatro contemporaneo, dove ne cura aspetti comunicativi ma svolge anche attività laboratoriali.