Riuscirà il nostro Paese a ridurre drasticamente la povertà, la disoccupazione e le disuguaglianze, a proteggere l’ambiente e contrastare i cambiamenti climatici, a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a dotarsi di infrastrutture adeguate? Secondo il rapporto dell’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), al momento si tratta di obiettivi molto lontani.
“L’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile e la ripresa economica, da sola, non risolverà i problemi che pongono l’Italia tra i Paesi europei con le peggiori performance economiche, sociali e ambientali”, spiega Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis.
Il nostro Paese è indietro su povertà, disoccupazione, disuguaglianze, degrado ambientale, mentre registra un miglioramento nei campi dell’educazione, della salute e dell’alimentazione, pur restando lontano dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile che riguardano questi temi e vengono misurati attraverso elementi statistici macroeconomici e integrati con componenti sociali e ambientali.
A prescindere dal gap con i Paesi del nord Europa, l’Italia sembra in ritardo nell’adozione di strategie fondamentali per garantire il benessere e un futuro alla generazione presente e a quelle che verranno. “Se non si transiterà rapidamente verso un modello di sviluppo sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale l’Italia non riuscirà a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals nell’acronimo inglese), né quelli che prevedono una scadenza al 2020 né quelli riferiti al 2030, come pure si è impegnata a fare sottoscrivendo l’Agenda 2030 dell’ONU il 25 settembre del 2015”, continua Giovannini.
Ma quali sono questi 17 obiettivi di sviluppo? E quali sono i lacci che ne impediscono il raggiungimento?
Obiettivo 1 – Sconfiggere la povertà
Nel 2016 le famiglie in povertà assoluta erano 1,6 milioni (il 6,3% delle famiglie residenti) per un totale di 4,7 milioni di individui, il livello più alto dal 2005. Tuttavia, con l’approvazione della “Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali” (Legge 15 marzo 2017, n. 33), per la prima volta è stata prevista una misura universale di sostegno per chi si trova in condizione di povertà assoluta. Se pienamente attuato e rafforzato sul piano finanziario, il ReI, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2018, potrebbe consentire di raggiungere il Target 1.2 che prevede la riduzione di almeno la metà della percentuale di persone che vivono al disotto della soglia di povertà assoluta.
Obiettivo 2 – migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Se da una parte l’agricoltura italiana continua a raggiungere risultati positivi in termini di eco-efficienza, permangono i fenomeni di sfruttamento del lavoro e di evasione fiscale, del tutto incompatibili con un concetto di sviluppo sostenibile che consideri anche la dimensione sociale.
Obiettivo 3 – Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
I nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) prevedono importanti ampliamenti delle cure che le unità sanitarie di tutto il Paese sono tenute ad assicurare in regime di Servizio sanitario nazionale. Sussistono, però, alcune incertezze rispetto alle risorse da destinare alle nuove aree di cura indicate e, soprattutto, all’attuazione del provvedimento in tutte le Regioni, in particolare in quelle in cui persistono forti disparità di accesso all’assistenza.
Obiettivo 4 – Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva per tutti
L’indagine internazionale PISA 2015 rinnova l’allarme sull’elevata quota (oscillante tra il 15% e il 25%) di quindicenni che non raggiunge la soglia minima delle competenze giudicate indispensabili per potersi orientare negli studi, sul lavoro e più in generale nella vita; inoltre, secondo lo studio TIMSS 2015, sono presenti crescenti divari di genere nelle materie scientifiche e in matematica.
Obiettivo 5 – Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne
I dati più recenti indicano la stabilità dei femminicidi e degli stupri, comunque troppo elevati ed inaccettabili. Aumenta inoltre la gravità delle violenze subite dalle donne, il numero di quelle che hanno subito ferite e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita. Il lavoro è il punto più dolente della condizione femminile in Italia. Il tasso di occupazione è tra i più bassi in Europa (per le età centrali 20-64 anni è pari al 51,6% rispetto a una media UE del 65,3%), con una forte disparità territoriale e di età. A parità di mansioni, le donne percepiscono ancora stipendi significativamente inferiori a quelli degli uomini e si rileva una elevata incidenza del part time, spesso non volontario, il che determina, nel lungo termine, divari pensionistici a sfavore delle donne.
Obiettivo 6: Garantire a tutti disponibilità e gestione sostenibile di acqua e strutture igienico-sanitarie
La carenza d’acqua sta diventando sempre di più un’acclarata emergenza nazionale. In particolare, quest’estate ha colpito due terzi dell’Italia spingendo dieci Regioni verso la dichiarazione dello stato di calamità. Il fenomeno è il prodotto della convergenza di diversi e ben noti fattori tra i quali gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e il perdurare di una grave incapacità gestionale delle risorse idriche in diverse regioni e aree del nostro territorio. Nel 2015 è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia, con una crescita di oltre due punti percentuali rispetto al 2012 (35,6%). La perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 m3 per ciascun km delle reti di distribuzione, cioè un volume che, stimando un consumo medio di 89 m3 annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche di un anno di 10,4 milioni di persone. Per ciò che concerne la potabilità dell’acqua, nel 2016 si conferma che il 30% delle famiglie non si fida a bere l’acqua del rubinetto.
Obiettivo 7 – Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
La crescita delle fonti rinnovabili in energia primaria ha portato la relativa quota dal 6-8% dei primi anni 2000 a poco meno del 20% (33 Mtep) nel 2016. Parallelamente, il contributo delle rinnovabili al consumo finale (CFL) è passato dal 7,9% al 17,6% nel 2016, con una crescita lenta dello 0,2% annuale. Bene, ma non benissimo: siamo ancora lontani da un percorso ottimale per raggiungere gli obiettivi del 2030
Obiettivo 8 – crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile; lavoro dignitoso per tutti
Nonostante la riduzione, per il terzo anno consecutivo, del numero delle persone inattive, l’Italia mostra un numero di NEET (cioè dei giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano) ancora pari a 2,2 milioni.
Obiettivo 9 – Infrastrutture resilienti, promozione di innovazione e industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
Forse l’obiettivo in cui ci sono miglioramenti più visibili. Con il nuovo “Codice degli Appalti” (D. Lgs. 50/2016) si è ufficialmente entrati in una nuova stagione di politiche infrastrutturali. Il primo aspetto innovativo del documento è la centralità della pianificazione strategica. Miglioramenti anche nel settore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione. Dal punto di vista della copertura, infatti, la disponibilità dei servizi di accesso a reti fisse a velocità compresa tra i 2 e i 20 Mbit/s ha ormai raggiunto il 97% delle abitazioni, mentre a fine 2016 le linee di rete fissa a banda larga con velocità pari o superiore ai 10 Mbit/s hanno superato per la prima volta il 50% del totale. Ancora abissale, tuttavia, la distanza con Nord Europa e gran parte dei paesi dell’Est.
Obiettivo 10 – Ridurre le disuguaglianze all’interno della nazione
Il divario fra il reddito disponibile equivalente ricevuto dal 20% della popolazione con più alto reddito (quintile più ricco) e quello del 20% della popolazione con più basso reddito (quintile più povero) è, in Italia, molto elevato ed è aumentato nell’ultimo decennio: il rapporto è passato dal 5,4 del 2006-2007 al 5,6 del 2012 al 5,8 del 2015, rispetto a una media europea che si attesta al 5,2. Alcune regioni (Sicilia, Sardegna, ma anche Umbria, Lombardia e Lazio) registrano negli ultimi tre anni un forte aumento delle disuguaglianze di reddito.
Obiettivo 11 – Rendere le città inclusivE, sicurE, duraturE e sostenibili
Nel 2017 la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte per l’infrazione alla direttiva del 1999, la quale prevedeva che entro il 2009 le discariche attive nel 2001 avrebbero dovuto chiudere o adeguarsi alle nuove norme europee. A tutt’oggi 44 discariche non sono ancora in regola.
Obiettivo 12 – Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Sebbene è evidente la carenza di un sostrato culturale e conoscitivo dei modelli di consumo sostenibile, sul piano legislativo un passo importante è rappresentato dall’approvazione della Legge 19 agosto 2016, n. 166 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che apre la strada al riutilizzo di tali beni, mentre con la pubblicazione del “Codice degli appalti” sono diventati obbligatori gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione.
Obiettivo 13 – Combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze
Nel nostro Paese lo sforzo di adattamento ai cambiamenti climatici deve fare fronte essenzialmente al dissesto idrogeologico, alla desertificazione e all’erosione costiera, aggravati dagli eventi estremi, e alla difesa della biodiversità a fronte di una anomalia termica italiana superiore alla media globale e stimata in +1,5 °C circa al 2015.
Obiettivo 14 – Conservare e utilizzare in modo durevole le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
L’Italia è indietro nella tabella di marcia stabilita dalla Direttiva europea sulla strategia per l’ambiente marino. Il dato assolutamente allarmante è che la maggior parte degli stock ittici monitorati si conferma in sovrasfruttamento, con una quota dell’88% nel 2014, un risultato molto negativo ancorché di sette punti inferiori al valore registrato nel 2013. Inoltre, l’Italia non ha ancora ratificato il protocollo offshore della convenzione di Barcellona.
Obiettivo 15 – Proteggere l’ecosistema terrestre e fermare la perdita di diversità biologica
Su questi target l’Italia è in forte ritardo. Servono forti accelerazioni delle politiche programmate e una stringente coerenza con tutte le politiche che incidono e influenzano la gestione del territorio e della biodiversità. Non si è concluso l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo. Il fenomeno degli incendi risulta in forte aumento rispetto al precedente anno 2016.
Obiettivo 16 – Promuovere UNA giustizia EQUA per tutti
Viene puntato il dito verso l’eccessiva durata dei processi e l’ipertrofia dei contenziosi pendenti. Per superare questo stato di criticità il Processo Civile telematico è stato esteso a nuovi ambiti, incrementandone l’utilizzo e quindi favorendo una riduzione dei costi del sistema. Passi avanti sugli open data grazie al cosiddetto FOIA (Freedom of Information Act) che in Italia è stato di recente disciplinato da una legge di rango primario (D.Lgs. 97/2016).
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile
Sull’Assistenza Pubblica allo Sviluppo (APS) tra il 2015 e il 2016 si è registrato un leggero aumento, dallo 0,22% allo 0,26%, della quota rispetto al Reddito nazionale lordo. Una quota ancora molto bassa. Permangono inoltre criticità rispetto all’implementazione dei diritti legati alla dignità della vita umana, che costituisce uno degli obiettivi e principi di riferimento della Cooperazione italiana ai sensi della Legge 125/2006 e uno degli obiettivi sui quali l’Italia ha fondato la sua candidatura al Consiglio di sicurezza. Tra questi, il diritto umano all’acqua.
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