I promotori della campagna di mobilitazione “LasciateCIEntrare” contro i Centri di identificazione ed espulsione per stranieri, dopo la pubblicazione delle foto che testimoniano il trattamento dei migranti a Lamezia Terme, denunciano nuovamente in un comunicato le sistematiche violazioni dei diritti e della dignità umana nelle strutture e ne chiedono l’immediata chiusura. Il CIE di Lamezia era già stato definito uno dei peggiori d’Italia in quanto privo dei minimi requisiti di vivibilità. I medici dell’organizzazione MEDU hanno visitato il centro constatando che “la struttura appare del tutto inadeguata a garantire la permanenza dignitosa dei migranti “reclusi” per detenzione amministrativa. La mancanza di qualsiasi attività ricreativa, la carenza di servizi essenziali per i trattenuti, la chiusura pressoché totale all’apporto di organizzazioni esterne, alcune pratiche francamente sconcertanti e lesive della privacy della persona, rendono…
C'è chi è giunto a Torino per scelta, chi vi è rimasto ingabbiato percorrendo un viaggio destinato altrove, e chi in questa città contribuisce ad abbattere il paternalismo della società e l'inflessibilità delle istituzioni. Sono loro i protagonisti di "Limbo", una serie di videointerviste e podcast che delinea virtuosismi e zone d'ombra del tessuto interculturale del capoluogo piemontese. Vivere in Italia da persona migrante spesso comporta districarsi tra il tortuoso labirinto della burocrazia e una narrazione che soffoca le storie dei singoli all'interno di un crogiolo di etichette e definizioni grossolane, quando non di manifesta intolleranza. Per offrire una prospettiva diversa, capace di rivelare le storture dei contorni legali dei processi migratori e al contempo di valorizzare l'unicità di ogni storia umana, Engim Internazionale ha realizzato "Limbo": una serie video…
Che ne sarà del modello Riace, tanto osannato dalla stampa internazionale? La condanna a tredici anni e due mesi dell'ex sindaco Lucano divide la costellazione progressista italiana: le grandi manifestazioni di solidarietà sono in contrasto con le reazioni tiepide (o addirittura il silenzio) della politica calabrese. Chi sono i Bruto e i Cassio di questo "omicidio politico"? L'omicidio politico si consuma in un tiepido giorno di fine settembre: Domenico Lucano esce dal Tribunale di Locri visibilmente provato, agitato, scosso. Tredici anni e due mesi di carcere: sembra una sentenza che esce fuori da un maxi-processo per mafia, da qualche aula bunker dove si ricostruiscono i reticoli delle cosche malavitose. E invece, pochi giorni dopo che i giudici di Palermo hanno sentenziato che “la trattativa Stato – mafia ci fu ma…
Illustrazione di Francesco Ciampa — EPISODIO 4 Hidden è una serie cofinanziata dai lettori di Frontiere.Scopri come poter contribuire. Nei moli di Genova, uno dei porti più importanti d’Europa, transitano navi saudite cariche di armi. Ufficialmente, l’Italia ha revocato l’esportazione di armamenti verso l’Arabia Saudita, permettendo però che le navi attracchino nei propri porti. Di fatto viene aggirato il vincolo e le armi raggiungono contesti di guerra—Yemen in primis. Le organizzazioni dei portuali genovesi non sono disposte a collaborare con questo traffico di morte e si stanno rifiutando di operare sui carichi di navi battenti bandiera saudita. Durante l'aggressione militare degli Stati Uniti d'America in Vietnam, i portuali genovesi decisero di sostenere attivamente il popolo vietnamita: nel novembre 1973 la nave Australe salpava dalla Liguria, con una dozzina di ore…
di Giacomo Pellini Un sistema di accoglienza, quello italiano, che “non funziona, è fonte di business e non è pensato per produrre inclusione sociale”. Insomma, un sistema che andrebbe ripensato “in maniera strutturale”. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto della campagna LasciateCIEntrare, nata nel 2011 con il fine di monitorare la situazione dei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) e fare pressione politica per chiederne la chiusura. Tra gennaio e dicembre 2015 alcuni tra attivisti, avvocati, giornalisti e parlamentari hanno visitato 50 Cas, 7 Cara, 7 Cie, 2 Cpsa, 6 centri informali, 4 SPRAR in varie regioni, intervistando i migranti per capire se questi avessero tutti i servizi previsti dal capitolato di appalto. Secondo le parole di Yasmine Accardo, una delle curatrici, la difficoltà principale sarebbe stata proprio quella di ottenere…