Qualcuno l'ha definito come il più grande danno ambientale della storia, superiore ai disastri BP nel Golfo del Messico e ai danni della prima Guerra del Golfo nel Persico. Sappiamo per certo quello che ci dicono i fatti e le sentenze: in Ecuador la Texaco è stata responsabile di oltre 16,8 milioni di barili dispersi nella Foresta Amazzonica, con oltre 1 milione di ettari disboscati, danni incalcolabili alla vegetazione, inquinamento delle falde acquifere e danni alla salute di diverse generazioni. Dopo un lungo iter, nel novembre 2012, la Corte di Sucumbios in Ecuador ha condannato la Chevron (che intanto nel 2001 ha acquistato la Texaco) a pagare 9 miliardi di dollari alle popolazioni colpite dai danni dell'estrazione petrolifera, che sono diventati 18 per il rifiuto della compagnia di chiedere pubbliche…
di Andrea Rinaldi Quando dalla Sierra Ecuadoriana si arriva finalmente in Amazzonia si passa bruscamente da un clima mite e una bassa flora tipica delle Ande ad un clima caldo-umido e una vegetazione rigogliosa quasi opprimente. Ciò che colpisce di più è la vista dell'immensa foresta pluviale che si estende per migliaia di chilometri fino ad arrivare in Colombia, Brasile e Venezuela. Scendendo dalla capitale Quito e costeggiando gli interminabili oleodotti che attraversano l'Ecuador, si assiste ad un progressivo cambiamento del paesaggio: dalle terre quasi disabitate delle regioni andine si passa ad una gran varietà di piccole cittadine che si sviluppano sulle vie di comunicazione nascondendo la bellezza dell'entroterra amazzonico. Lago Agrio è una delle città più grandi e popolate della provincia di Sucumbios, al confine con la Colombia. Il…
I ribelli anti-Assad a Homs hanno ricevuto missili israeliani per combattere "contro i carri armati T-72" in dotazione all'esercito siriano: lo ha rivelato l'Ansa citando fonti locali. Fonti straniere a Damasco hanno poi dichiarato all'Ansa che a Homs (a nord di Damasco) e a Dayr az Zor (a est di Damasco) "si concentrano le risorse petrolifere nevralgiche per la Siria" aggiungendo che questo spiegherebbe perché proprio la' "ci sono i combattimenti più intensi". "La lettura settaria o religiosa della crisi che viene fatta in Occidente non risponde alla realtà, in ballo non c'é un confronto tra sunniti-sciiti o alawiti", spiegano le fonti. "Quello che conta è il controllo delle risorse", come in Libia. La Siria è un Paese atipico rispetto a quelli del mondo arabo, le varie impostazioni si fondono,…
Il presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama ha lanciato un monito importante: «Alla frontiera tra Sudan e Sud Sudan le uccisioni di innocenti devono cessare». Per Obama, i leader di Khartoum e di Giuba devono aprirsi alla possibilità di una negoziazione. Ricordiamo che ammontano all'incirca a mille i soldati sud sudanesi rimasti uccisi da Khartoum per via della battaglia per il petrolio. Tuttavia, Bashir, il presidente del Sudan, non ha voluto rispondere positivamente all'offerta di Obama e si è dimostrato ostile nei confronti di una negoziazione con Giuba. Ad essere fortemente tormentata è la zona petrolifera sudanese nel Kordofan del Sud, precisamente Heglig. M.M.
L'Iran ha provveduto a tagliare le forniture di petrolio alla Spagna e pensa di farlo anche con la Germania e il nostro Paese. La stessa sorte è toccata anche alla Grecia. Pensare che qui ogni giorno giungevano ben 100mila barili di petrolio proveniente dall'Iran. Il motivo di tale decisione risiede nelle sanzioni applicate dall'Ue proprio contro il programma nucleare dell'Iran. Giusto per dare qualche numero, la Repubblica Islamica produce all'incirca 3,5 milioni di barili di greggio al giorno, tra questi 2,5 milioni sono destinati all'esportazione. Il presidente Mahmoud Ahmadinejada ha dichiarato: «Vogliono imporre un embargo al nostro petrolio ma abbiamo tutto il denaro che ci serve e ce la caveremo, anche se non dovessimo vendere un barile di petrolio per due o tre anni». Ed infine, Ahmadinejad ha affermato che…