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Speciale Earth Day, cinque luoghi nevralgici dell’inquinamento mondiale

Secondo uno studio dell'Università di Cornell, nel mondo il 40% delle morti sono provocate dall'inquinamento di acqua, aria e suolo. Un dato destinato a crescere proporzionalmente  alla popolazione mondiale, che dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di abitanti entro la fine del 2011. In occasione dell'Earth Day, Frontiere News racconta le tristi vicende di cinque luoghi mozzafiato il cui livello di inquinamento ha sconvolto per sempre l'equilibrio ambientale del nostro pianeta. 1) Lake Karachay Secondo il Worldwatch Institute on nuclear waste, Karachay è il luogo più inquinato al mondo. Usato dall'Unione Sovietica come discarica nucleare, il suo libello di radiazioni è così alto che una sola ora di esposizione puà risultare letale. 2) La Oroya, Perù L'azienda Doe Roe Peru è colpevole di aver fatto ammalare 35 mila abitanti di La…
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Libia, la vita al tempo di “Gheddasconi”

All’entrata di Benghazi ora campeggiano grossi graffiti sui muri: "Free Libya". Niente più poster e cartelloni inneggianti alla Jamahiriya di Muammar Gheddafi, iniziata dal primo settembre 1969. E pensare che, neanche 3 anni fa, Gheddafi aveva promesso innovazioni amministrative e una più ampia redistribuzione del reddito proveniente dal petrolio. Nello stesso anno a Tripoli è arrivata Condoleeza Rice, il primo segretario di Stato Usa a fare visita in Libia dal 1953. Pochi giorni prima invece era arrivato l’accordo con il premier italiano Berlusconi sui 5 miliardi di “indennizzo”, tra cui 2.3 impegnati per i 1.700 chilometri che dividono la Tripolitania dalla Cirenaica, oltre il golfo della Sirte. Negli stessi mesi veniva portato avanti l’acquisto dei diritti da parte della British Petroleum su un giacimento di olio e gas al largo…
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Banche, energia e lotta alla clandestinità: 42 anni di ambiguità tra Libia e Italia

A partire dalla caduta della monarchia senussita  ad opera di un colpo di stato guidato da Muammar Gheddafi nel 1969, la nuova Jamahiriyya (massocrazia, governo delle masse) libica venne ad identificare l’Italia come il nemico pubblico contro cui canalizzare il malcontento popolare; si riaprì, dunque, il contenzioso sul risarcimento dei danni bellici risalenti all’occupazione italiana, contenzioso che si risolse solo nel 1998 con l’accordo bilaterale Dini-Mountasser, che inaugurò un periodo di feconde relazioni commerciali fra i due paesi. Nel decennio degli anni ’80, mentre i governi occidentali (in particolare gli Stati Uniti di Ronald Reagan) deploravano la condotta del colonnello libico che, nel suo disegno anti-sionista ed anti-occidentale, supportava economicamente le azioni di gruppi terroristici come l’Ira irlandese ed il palestinese Settembre Nero, l’Italia iniziò un progressivo avvicinamento nei confronti…
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Costa d’Avorio, una presidenza per due

Dopo mesi di guerriglia e di missioni diplomatiche fallite, l’Unione Africana tenta nuovamente di sedare la crisi politica che sta mettendo in ginocchio la Costa d’Avorio e che ha come protagonisti il presidente uscente Laurent Koudou Gbagbo (65 anni), leader del Fronte Popolare Ivoriano, e il neoeletto Alassane Dramane Ouattara (69 anni), guida del partito d’opposizione Unione dei Repubblicani della Costa d’Avorio. Il 21 febbraio infatti una delegazione, composta dai presidenti del Sudafrica (Jacob Zuma), del Ciad (Idriss Deby Itno), della Tanzania (Jikaya Kikwete), della Mauritania (Mohamed Ould Abdel Aziz) e dal presidente della commissione dell’Unione Africana (Jean Ping) si è recata ad Abidjan per incontrare i due contendenti e proporre loro di alternarsi alla presidenza e vice-presidenza. “La situazione ideale sarebbe riorganizzare uno scrutinio: una strada che i due…
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La “Rivolta del cous-cous” in Algeria raccontata da Lazrak Benkadi

Oltre la semplice scintilla dell'aumento dei prezzi dei beni essenziali - pane, zucchero, e olio - c'è un grido più profondo che risuona dalle strade della Tunisia all'Algeria: una richiesta ardente di speranza e dignità, una lotta contro la corruzione e l'inefficienza che minacciano il diritto a un domani migliore. Attraverso gli occhi di Lazrak Benkadi, 37 anni, nato a Orano in Algeria, ci addentreremo nelle profondità di questa battaglia per il futuro, cercando di comprendere le vere radici di un dissenso che va oltre il semplice costo della vita. La “rivolta del cous-cous” scoppiata in Tunisia il 5 gennaio scorso, nei giorni successivi si è poi allargata alla vicina Algeria. Pensi che continuerà a diffondersi in tutto il Maghreb? Penso che tutte le regioni del nord Africa siano potenzialmente…
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