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A 30 anni dalla guerra, Slovenia in piazza contro il governo filo-Orban

Nel trentesimo anniversario dell'indipendenza della Slovenia, Piazza Prešeren a Lubiana si è riempita di manifestanti antigovernativi – come accade ogni settimana da oltre un anno. Una protesta mossa dal risentimento verso un esecutivo considerato abusivo e reazionario, pericolosamente affine alla galassia neo-identitaria europea. E c'è anche chi paragona il governo del primo ministro Janez Janša agli occupatori italiani ai tempi del fascismo. Testo e foto di Mario Messina. “Così come l’Italia occupò la Slovenia durante la Seconda guerra mondiale, allo stesso modo oggi la nostra patria è occupata da queste persone al potere”.Inizia così il discorso Jaša Jenull, il leader del movimento di protesta sloveno che ieri, nel giorno del trentesimo anniversario della dichiarazione di indipendenza del paese dalla Jugoslavia, ha riempito Piazza Prešeren a Lubiana per protestare contro il…
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Balcani occidentali: nuove turbolenze, obsoleta retorica

L'immagine familiare dei Balcani è quella di una regione con una miriade di problemi legati alle minoranze: piccoli gruppi che sono oppressi o vogliono separarsi. Oggi, però, i conflitti più aspri e pericolosi nella maggior parte degli stati sorgono tra i partiti che si rivolgono principalmente, o esclusivamente, alla comunità etnica di maggioranza.  Il problema nei Balcani oggi non è l'ingerenza russa, sebbene questa giochi un certo ruolo, ma una dimensione particolare del malessere che affligge l'Europa orientale: potere esecutivo senza controllo, erosione dello stato di diritto, xenofobia indirizzata a vicini e migranti e insicurezza economica pervasiva. Il modello varia da paese a paese, ma è palpabile da Szczecin sul Baltico a Istanbul sul Bosforo. I paesi dei Balcani occidentali - Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia - hanno…
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Ungheria al voto, successo nazipopulista

Il popolo ungherese ha riconfermato la propria fiducia a Viktor Orban. Fidesz, il partito del premier, ha infatti ottenuto il 46% dei consensi conquistando - grazie alla nuova legge elettorale - una maggioranza di due terzi nel Parlamento. Su un totale di 199 seggi, infatti, Fidesz ne avrà 135. I neonazisti di Jobbik hanno invece ottenuto, prevedibilmente, un successo strepitoso: il partito xenofobo e antisemita ha infatti superato il 20% di voti. "Le polemiche degli anni passati sono chiuse definitivamente", ha dichiarato Orban. "I cittadini hanno dato ragione e giustificazione al Fidesz, l'Ungheria è unita". Viktor Orban ha diviso in due l'opinione pubblica ungherese (e non solo). I suoi sostenitori lo idolatrano come l'eroe nazionale che ha riportato unità sociale e prestigio alla repubblica magiara, gli anti-capitalisti lo apprezzano per il suo impegno…
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Ungheria, carcere per i clochard che pernottano in strada

La vita dei clochard non è certamente facile e ora in Ungheria sta per diventare ancora più ardua; se sorpresi a pernottare in strada, rischieranno infatti, oltre a sanzioni, addirittura il carcere. Il regolamento è stato approvato pochi giorni fa dal parlamento ungherese e dà la facoltà ad ogni comune di decidere quali aree possono essere vietate per i senzatetto, in nome dei "valori nazionali". Un provvedimento che, secondo alcuni diretti interessati, sarebbe solo un diversivo per sviare l’attenzione da ruberie e corruzione dei politici. Alcuni tentativi di liberare le strade dai clochard tramite interventi repressivi da parte del governo di Viktor Orban erano già stati posti in essere nel 2012 salvo essere poi stati impediti dalla Corte costituzionale. “Inconveniente” che non dovrebbe ripetersi questa volta in quanto proprio il governo ha pensato…
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Ungheria: al via il Congresso ebraico mondiale tra minacce antisemite

Di nuovo in piazza i movimenti antisemiti a Budapest. Malgrado il divieto della polizia, alla vigilia del congresso mondiale ebraico in programma in Ungheria, i sostenitori del partito di estrema destra “Jobbik” sono scesi nelle principali piazze della capitale per manifestare proprio contro l’organizzazione del congresso. La terza forza politica locale parla di complotto israeliano per comprare il Paese e rilancia la proposta di schedare i cittadini ebrei. “Cosa ci ha dato Dio?” - chiede alla folla il leader di Jobbik, Gabor Vona. “Un futuro migliore!”, risponde la platea. “Siamo un’eccezione qui in Europa – aggiunge Vona – non perché siamo la nazione più antisemita, ma perché anche se tutta l’Europa è ai loro piedi, se tutta l’Europa lecca i loro piedi, noi non lo faremo mai”. Negli ultimi anni…
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