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Memorie e amnesie del colonialismo italiano

Memorie e amnesie del colonialismo italiano

"Di certo, a partire dalla rappresentazione più o meno veritiera che diamo del nostro passato, noi costruiamo la
nostra identità presente e soprattutto futura e su questa base ci raccontiamo, ci relazioniamo agli altri da noi, 
produciamo insomma cultura. Memoria, cultura e identità sono, da questo punto di vista, tre modi diversi di mettere
in prospettiva una stessa realtà.” P. Violi (Violi, 2014:7) In tempi relativamente recenti anche l’Italia ha iniziato in maniera sistematica a interessarsi del proprio passato coloniale. La storiografia sull’argomento risale certamente a diversi anni prima, ma solo negli ultimi anni la questione della rimozione del colonialismo italiano ha iniziato…
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La ricerca dell’identità nella letteratura brasiliana

La ricerca dell’identità nella letteratura brasiliana

di Julio Monteiro Martins* Nel 1981 ero tornato in Brasile dopo aver passato qualche anno nelle università degli Stati Uniti imparando le tecniche dei laboratori di scrittura, i writers workshop, una vecchia tradizione anglo-sassone allora ancora sconosciuta in Brasile. Proprio in quegli anni un anziano critico letterario e allora professore alla Universidade di Rio de Janeiro, Afrânio Coutinho, aveva trasformato la sua propria casa, in Ipanema,  in una Scuola di Scrittura, la OLAC, la prima del paese, e mi ha invitato a creare lì il mio Laboratorio di Narrativa. I suoi figli erano già grandi, e lui ormai vedovo e, già ottantenne,…
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Radici, l’antenato come fondamento

Radici, l’antenato come fondamento

di Toni Morrison* Tra vita pubblica e vita privata esiste un conflitto, ed è un conflitto che penso debba rimanere tale. Perché sono due modi di vivere che tendono ad escludersi e annullarsi a vicenda. E’ un conflitto che andrebbe mantenuto ora più che mai perché il meccanismo sociale di questo paese, oggi, non consente armonia in una vita che presenti ambedue questi aspetti. Ci deve essere stato un tempo in cui un artista poteva essere genuinamente rappresentativo “della” sua razza ed “in” essa, in cui un artista poteva avere una sensibilità tribale o razziale, ed una espressione individuale di essa.…
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«Golpe» a Tripoli. Come valutarli?

«Golpe» a Tripoli. Come valutarli?

di Alessandro Pagano Dritto - @paganodritto Per la seconda volta in tre mesi a Tripoli il 12 gennaio si è gridato al «golpe»: addirittura al «golpe» islamista. Vengono in mente scene di Primi Ministri svegliati nel cuore della notte e giunte militari che l'indomani proclamano il proprio potere all'ombra di qualche oscuro e giovane ufficiale con le stellette; scene, queste, di cui la storia africana non è certo avara. Succede così anche in Libia? No, o almeno difficilmente sarà questo il caso. Quando infatti parliamo di «golpe» a Tripoli, dobbiamo capire, in questa Tripoli, con chi abbiamo a che fare e…
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In fuga dal Gambia, con il sogno tradito della democrazia

In fuga dal Gambia, con il sogno tradito della democrazia

di Raúl Zecca Castel* Se si dovesse scrivere la storia di una nazione come il Gambia tenendo conto unicamente del suo periodo libero e democratico, questa si ridurrebbe a una parentesi di soli trent’anni. Colonia inglese fino al 1965, anno in cui ottenne l’indipendenza, il Gambia fu guidato da Dawda Jawarà fino al 1994, quando un brutale colpo di stato mise fine all’unico governo democraticamente eletto del paese. Da allora, questo piccolo fazzoletto di terra dell’Africa occidentale incuneato nel Senegal, è sempre stato nelle mani di uno tra i dittatori più feroci e sanguinari del mondo: Yahya Jammeh. Il suo regime…
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