Oceania

Come i Māori hanno salvato la loro lingua dall’estinzione

Come i Māori hanno salvato la loro lingua dall’estinzione

Nel 1972, un gruppo di giovani attivisti Māori marciò verso il Parlamento di Wellington con una petizione firmata da 30.000 persone. Chiedevano che il te reo Māori, la loro lingua ancestrale, fosse insegnato nelle scuole pubbliche della Nuova Zelanda. Non era una semplice rivendicazione linguistica: era una sfida aperta al sistema coloniale che, per più di un secolo, aveva tentato di cancellare quella lingua e tutto ciò che rappresentava. Quel giorno del 1972 segna una svolta, ma la storia del te reo inizia molto prima, con un progetto di assimilazione forzata che aveva l'obiettivo preciso di eliminare la lingua Māori. Oggi, quella stessa lingua,…
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Jenny Munro e le menzogne dei bianchi australiani

Jenny Munro e le menzogne dei bianchi australiani

di Elisa Mele Mi è stato chiesto di votare la donna australiana che durante il 2015 mi ha inspirata maggiormente e in questa occasione son venuta a conoscenza dell’impegno sociale di Donna Jenny Munro. Con traduzione interpretativa la chiamo Donna in quanto gli aborigeni si rivolgono agli anziani e capi gruppo con Zio e Zia (ricordandomi fortemente la stessa usanza in segno di rispetto che abbiamo in Sardegna). Quella di Donna Jenny è una dedizione iniziata quarant’anni fa e che la vede in prima linea per ristabilire i diritti fondamentali degli aborigeni. La storia australiana degli ultimi 200 anni mi…
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Le multinazionali dell’accoglienza nei “campi di concentramento” per migranti

Le multinazionali dell’accoglienza nei “campi di concentramento” per migranti

di Julian Burnside, presidente dell’Asylum Seeker Resource Centre Quando i migranti arrivano all'Isola di Natale, generalmente hanno già trascorso otto o dieci giorni su una barca traballante. Probabilmente vengono da paesi senza sbocchi sul mare e sono quindi alla loro prima esperienza sull’oceano. Generalmente non hanno avuto molto da mangiare e bere. Non si sono potuti lavare né cambiarsi i vestiti. Arrivano afflitti, spaventati e con addosso vestiti sporchi dei loro stessi escrementi. Non gli viene concessa la possibilità di farsi una doccia o di cambiarsi prima che un membro del Dipartimento per l’immigrazione li interroghi. È difficile concepire una…
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La Fortezza Australia e l’imbroglio della “protezione dei confini”

La Fortezza Australia e l’imbroglio della “protezione dei confini”

di Julian Burnside, presidente dell'Asylum Seeker Resource Centre Mi sono ritrovato coinvolto nella scottante questione delle politiche d’asilo con un po' di sorpresa. Non mi ero mai occupato di politica, né mi interessava. La spiegazione migliore per capire come questo sia stato possibile risiede in una storia che ho sentito molto tempo fa. C'era un bambino di dieci anni che non aveva mai spiccicato una parola. I genitori erano passati dall’ansia alla disperazione e infine alla rassegnazione: non esisteva alcuna ragione organica per il suo silenzio. Una mattina, per cambiare, la mamma decise di servire del porridge a colazione. Non lo aveva mai fatto…
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Oltre 40 gruppi islamici australiani condannano il sequestro di Sydney

Oltre 40 gruppi islamici australiani condannano il sequestro di Sydney

"Sua eminenza il Gran Mufti, il Consiglio Nazionale degli imam in Australia e la comunità islamica esprimono il proprio pieno sostegno e la propria solidarietà alle vittime e ai loro famigliari, sperando in una risoluzione pacifica di questa tragedia”. Così più di 40 associazioni islamiche australiane hanno condannato in maniera congiunta il sequestro di decine di civili nel café di Sydney. "Rifiutiamo ogni tentativo di prendere le vite innocenti di qualsiasi essere umano o di instillare paura e terrore nei loro cuori". Il sequestratore ha issato una bandiera nera con una scritta in bianco che recita la shahada, la testimonianza di fede…
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