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I “due mondi” di Ermal Meta

I “due mondi” di Ermal Meta

"Ci sono delle parole molto pericolose. Come la parola tolleranza. O accettazione. A volte accettare significa rassegnarsi. No, noi dobbiamo comprendere. E conoscere. Non tollerare". Lui è Ermal Meta, talentuoso cantautore di origini albanesi e rivelazione assoluta del Festival di Sanremo 2016. Nella chiacchierata con Arber Agalliu Ermal ha parlato dell'importanza delle parole all'interno dei testi musicali e del ruolo che ricopre la lingua adottata, ha raccontato i due mondi - quello albanese e quello italiano - tra i quali si sente ponte e ha condiviso le sue impressioni sulle importanti collaborazioni con i big della scena musicale italiana e internazionale.   https://www.facebook.com/arber.agalliu1/videos/986400481481417/  
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“Somali Faces”, volti e storie del ‘popolo dei poeti’

“Somali Faces”, volti e storie del ‘popolo dei poeti’

Da quando è scoppiata la guerra civile, verso la fine degli anni '80, milioni di somali hanno trovato rifugio in diverse parti del mondo, mentre altri sono rimasti nella Regione. Qualcuno ha abbandonato la speranza di tornare, ma molti altri serbano ancora il sogno di andare, un giorno, a casa. E ancora, se milioni di somali sono nati nel paese che li ospita, ci sono tantissimi altre persone nate nel mezzo della brutale guerra civile che insanguina i territori somali. Donia Jamal Adam e Mohammed Ibrahim Shire sono due fotografi appartenenti alla grande diaspora somala. La loro identità è messa…
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Mostar, a venti anni dalla fine della guerra

Mostar, a venti anni dalla fine della guerra

 di Stefano Pacini Mostar. Il ponte distrutto, la netta sensazione di essere tra occidente e oriente la prima sera che arrivammo e il canto del muezzin ci colse di sorpresa. L'aria sospesa, il rumore cupo, instancabile, secolare del fiume. Abitavamo in una casina bianca intatta anche se senza vetri ma teli di nylon alle finestre tra due case diroccate dalle cannonate, con vista su un minareto mozzato. Ci facevano da guida e traduttori due ragazzi folli di Dio, uno di Bergamo, l'altro di Lucca, che tra una visita e l'altra alle famiglie che avevamo adottato, vedove con figli piccoli, nonni…
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Lavorare lontano da casa

Lavorare lontano da casa

Esistono lavoratori che vanno dove vengono chiamati. Alcuni vanno per una sola stagione e poi ritornano nei propri paesi, altri viaggiano di città in città o di paese in paese alla ricerca di più lavoro, la maggior parte di loro fa questo per dare stabilità economica alle proprie famiglie. Con il progetto "Working far away" voglio documentare le circostanze del lavoro stagionale in paesi diversi tra loro: non solo la difficoltà del lavoro ma anche le condizioni di vita durante la stagione lavorativa. Voglio mostrare cosa si deve passare per ottenere questo tipo di lavoro e capire cosa spinge queste persone…
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L’1% privilegiato ai tempi della disuguaglianza globale. Una storia fotografica

L’1% privilegiato ai tempi della disuguaglianza globale. Una storia fotografica

La storia della disuguaglianza è impossibile da ignorare al giorno d'oggi. Il tragitto che percorro la mattina attraverso Manhattan per andare al lavoro mi permette di osservare la povertà più spaventosa e la più sontuosa ricchezza.[…] Esiste una lunga storia fotografica che denuncia la povertà come le foto di Jacob Riis che ritraggono i bassifondi di New York del 19º secolo o le foto dei bambini senzatetto di Seattle firmate da Mary Ellen Mark. Tuttavia, i decenni più recenti hanno condotto all'esplosione di una fotografia forte, che mette in discussione i privilegi. Basta considerare, ad esempio, “Rich and Poor” di…
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