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“Allarme Islam”? Perché in tv fate parlare la Santanché e non chi è musulmano?

Venerdì scorso è andata in onda su Mediaset la puntata di Mattino5 dedicata alle proteste - esplose su scala mondiale - contro il film "L'innocenza dei musulmani" (qui la nostra fotogallery della pacifica manifestazione di Roma). Ecco l'opinione a riguardo della nostra Ebla Ahmed.   E’ recente la notizia dell’acquisto di spazi pubblicitari sui canali televisivi pakistani (per conto dell’ambasciata americana) che verranno utilizzati dalla Casa Bianca per diffondere un video del Presidente Barack Obama che, insieme al segretario di stato Hillary Clinton, condanna il video anti-Islam colpevole di aver scatenato accese (e giustificate) proteste da parte del mondo musulmano. E... l'Italia come risponde? Per ora sappiamo come ha affrontato il tema: replicando attraverso il programma quotidiano di Mediaset, Mattino 5, e un titolo inquietante: "Allarme Islam". Questa l'immagine "di copertina"…
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Marine Le Pen: “No a velo islamico e kippah in pubblico”

"Vietare velo islamico e kippah nei luoghi pubblici". Per Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, in "negozi, trasporti e strade" non devono esserci questi simboli religiosi. In un’intervista di Le Monde, il capo dell'estrema destra francese ha dichiarato di essere contraria alla politica portata avanti finora, eccessivamente lassista verso "i gruppi fondamentalisti politico-religiosi con i quali non è possibile alcune negoziato". Per la donna "la laicità è un valore non negoziabile, come la libertà". La proposta di Marine Le Pen giunge proprio in concomitanza delle tensioni scatenate da "L'innocenza dei musulmani", pellicola ritenuta blasfema e offensiva nei confronti del profeta Maometto, e dalle vignette pubblicate sul giornale satirico Charlie Hebdo - a carico del quale è stata poi presentata una denuncia per "incitamento all'odio".
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Gli Usa comprano spazi su canali tv pakistani per condannare film anti-Islam

Non cessa la tensione in Europa e nel mondo islamico alla vigilia di un fine settimana bollente per le annunciate proteste musulmane contro il film blasfemo prodotto in America e le vignette satiriche su Maometto pubblicate in Francia dal settimanale Charlie Hebdo. La polizia transalpina è in stato di massima allerta e la sede parigina del settimanale è presidiata, mentre gli Usa hanno esplicitamente chiesto ai propri cittadini di evitare viaggi in Pakistan. Intanto è recente la notizia dell’acquisto di spazi pubblicitari sui canali televisivi pakistani per conto dell’ambasciata americana. Tali spazi sono costati circa 70mila dollari e verranno utilizzati da Washington per diffondere un video in cui il Presidente Barack Obama e il segretario di Stato Hillary Clinton condannano il video anti Islam che ha scatenato le proteste del…
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Francia, vietate manifestazioni contro film anti-islam

Il Primo Ministro francese Ayrault, ha annunciato che non verrà autorizzata la manifestazione indetta per sabato, a Parigi, contro il film su Maometto. “Non c'e' motivo che si lascino entrare nel nostro paese conflitti che non riguardano la Francia. Siamo in una Repubblica che non ha assolutamente intenzione di lasciarsi intimidire da alcuno in merito ai suoi valori”. Queste le dichiarazioni del Premier rilasciate qualche ora fa ai microfoni di Rtl. Duro anche l’attacco nei confronti dei manifestanti, definiti dallo stesso “gruppi minoritari intenzionati a sfruttare la situazione”. E ad un giornale satirico che annuncia la pubblicazione di vignette su Maometto, il Premier risponde: Chi si sente offeso si rivolga alla magistratura, in Francia garantita la libertà di satira".  
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Pakistan, religiosi islamici difendono la bimba cristiana ‘blasfema’

La ragazza cristiana accusata di blasfemia dal suo mullah locale è stata definita una “figlia della nazione” da uno dei religiosi islamici più anziani del Pakistan, il quale ha anche promesso che garantirebbe per la sicurezza della giovane, nel caso le fosse permesso di lasciare il carcere. La mobilitazione ad alti livelli per Rimsha Masih, tra i quali il presidente della All Pakistan Consiglio degli Ulema, un gruppo di religiosi islamici, è vista come un significativo ed inedito evolversi degli eventi in un paese come il Pakistan dove gli accusati di insulto all’Islam non sono quasi mai stati aiutati da potenti personaggi pubblici. Durante un’accesa conferenza stampa presso un hotel nel centro di Islamabad, Hafiz Mohammad Tahir Mehmood Ashrafi, affiancato da altri esponenti religiosi, ha chiesto che tutti gli organi…
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