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I venti ‘eroi’ del 2012 – parte 1

Li chiamiamo eroi, ma forse è più proprio definirli esempi. Perché la nostra lista delle venti persone che hanno caratterizzato il 2012 in positivo è composto principalmente da anti-divi, le cui gesta sono state per lo più dimenticate dalla maggior parte dei media. In questa prima parte Haifaa al-Mansour, Arik Ascherman, Alberto Casillas Asenjo, Sattar Beheshti, Egidia Beretta Arrigoni, Fiorella Bertoletti, Cecilia Camellini, Oxana Corso, Valerio Morellato, José Mujica. Haifaa al-Mansour È la prima donna-regista saudita. Trentanove anni e una rivoluzione in corso grazie al film “La bicicletta verde”, interamente girato nel Regno Arabo Saudita. Presentato per la prima volta al Festival del Cinema di Venezia, di recente ha trionfato al Dubai Film Festival come miglior lungometraggio arabo. Haifaa con i suoi film ci regala una presa diretta unica sulla vita, le tradizioni e i divieti della…
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Hadash, il partito israeliano che dice “sì” allo Stato palestinese

Nel panorama politico israeliano esiste una forza politica pacifista, multiculturale e non sionista. Il suo nome è Hadash (acronimo di haHazit haDemokratit leSHalom veleShivyon, traducibile in italiano in Fronte Democratico per la Pace e l'Uguaglianza). Questo partito, che nelle logiche politiche italiane diremo di estrema sinistra, venne a crearsi quando il 15 marzo 1977 i gruppi parlamentari Rakah (Partito comunista di Israele) e dei Non-Partisan (comprendente diversi gruppi di sinistra non comunista tra cui il più noto è quello delle Pantere Nere) si unirono e cambiarono il loro nome in preparazione delle elezioni legislative dello stesso anno. Il primo risultato elettorale vide questa nuova formazione conquistare 5 seggi al Knesset, e da quel momento Hadash rimarrà costantemente all'interno del parlamento israeliano. Nelle ultime elezioni svoltesi in Israele, nel 2009, Hadash ha ottenuto…
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L’appello: “La ricerca della libertà palestinese sia incompatibile col razzismo”

"La lotta per i nostri alienabili diritti è opposta a qualsiasi forma di razzismo o bigotteria inclusi - ma non limitatamente a questi - l'antisemitismo, l'islamofobia, il sionismo e le altre forme di bigottismo diretto a chiunque". A riaffermare i principi di libertà, giustizia ed equità è il sito Electronic Intifada, gestito da palestinesi, su cui è stato pubblicato un appello a tutti coloro che sono in qualche modo sensibili alla causa del popolo palestinese affinché non cedano alla tentazione di cadere nel razzismo. "Ci opponiamo al cinico e infondato uso del termine 'antisemitismo' come strumento per soffocare ogni critica a Israele od opposizione al sionismo", continua l'appello. Credere che "siccome qualcuno è ebreo" allora automaticamente "supporta il sionismo o le politiche coloniali e di apartheid dello stato di Israele"…
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Gerusalemme, chiesa profanata da estremisti: “Gesù figlio di p…” – foto

Graffiti anti-cristiani sulla porta principale del Convento di San Francesco sul Monte Sion, appena fuori Gerusalemme. I poliziotti stanno indagando sugli autori della scritta "Gesù, figlio di p..., price tag" - ora rimossa, secondo quanto riporta AFP - anche se l'ultima parola lascia ben poco all'interpretazione. Le "Price Tag" sono infatti le rivendicazioni con le quali coloni e giovani estremisti israeliani "etichettano", appunto, le loro incursioni in siti - principalmente religiosi - non ebraici (incursioni usate spesso come protesta nei confronti di decisioni del governo - spesso su questioni riguardanti gli insediamenti - ritenute ingiuste). Meno di un mese fa era stato attaccato il Convento di Latrun, nei pressi di Gerusalemme. I vandali bruciarono la porta e scrissero frasi blasfeme come "Gesù è una scimmia" e di 'incoraggiamento' ai coloni. LEGGI ANCHE:…
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Internet, sui social network nasce l’amicizia tra i popoli

Ci sono popolazioni che, quotidianamente, vivono rapporti travagliati, al centro di perenni conflitti: pensiamo agli israeliani contrapposti ai palestinesi o ai marocchini invisi agli algerini. C’è, però, un luogo dove fioccano forti legami di amicizia, luoghi che riescono a unire quanto una politica ottusa volta alla ricerca della sovranità divide: il web. Internet, con i suoi forum e i social network, ambasciatrice di pace, insomma. Questo è quanto emerge da una ricerca promossa dall’Università di Standford: partendo dalla mappatura interattiva dei legami di amicizia nati sul web tra gli utenti dei Paesi in conflitto, i ricercatori statunitensi hanno individuato la nazionalità di quanti stringono questi affettuosi rapporti telematici. E così, ecco svelata una nuova realtà, pacifica e solidale, in cui i marocchini di colpo diventano gli amici più cari degli…
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