di Federica Iezzi Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) - Oltrepassati i venti anni da quell’11 luglio del 1995, quando 8372 uomini bosniaci furono massacrati a Srebrenica, nella Bosnia orientale, da parte delle forze serbo-bosniache, in una città designata dalle Nazioni Unite, come rifugio sicuro. E così dopo Metz-Yeghern, Shoah, Cambogia e Rwanda, riconosciuti dalla Comunità Internazionale, un altro genocidio si è consumato in una guerra da 100.000 vittime, combattuta tra le linee etnico-religiose di ortodossi serbi cristiani, bosniaci musulmani e croati cattolici. Nel maggio del 1993 l’ONU istituì come zone protette le città di Sarajevo, Tuzla, Zepa, Goražde, Bihać e Srebrenica. Nel luglio del 1995, l’area di Srebrenica, protetta dai 400 olandesi delle Nazioni Unite, subì un’offensiva dalle truppe della Vojska Republike Srpske, che entrarono definitivamente nella città. Il generale Ratko Mladić, con…
Come ogni anno, doppio appuntamento con la preghiera di Idul Fitri 1436 H, per la fine del Ramadan, celebrato il 17 luglio con la comunità indonesiana presso l'Ambasciata a Roma e con la comunità bangladese a Piazza Vittorio. Un viaggio intimo e dall'interno per la piccola comunità indonesiana, con i colori dominanti del bianco dei mukena (gli abiti indossati dalle donne per pregare) e quelli colorati e buffi delle bambine. Questo anno un ustadz (uno studioso dell'Islam) indonesiano che studia presso l'Università di Al-Azhar in Egitto ha raggiunto Roma per assistere la preghiera e tenere un discorso. Alla fine, come abitudine della cultura indonesiana, c'è stata la lunga fila di ringraziamenti, di mani sfiorate e di abbracci tra le lacrime, ripetendo la frase "Mohon Maaf Lahir dan Batin" che è…
Il quotidiano britannico The Guardian ha chiesto a sei studentesse musulmane di Indonesia, Yemen, Mali, Pakistan, Nigeria e Afghanistan di descrivere cosa significa l’educazione per loro e commentare il rapimento di 223 studentesse in Nigeria ad opera di Boko Haram. Ecco il risultato. Bella Ziva, 16 anni, Jakarta, Indonesia La prima volta che ho sentito parlare di rapimenti di ragazzine in Nigeria era su Twitter. L’ho detto alla mia migliore amica e lei è rimasta piuttosto sorpreso perché ancora non sapeva nulla. Abbiamo cercato on-line in modo che lei potesse leggere la storia e quando ha finito di leggere un articolo sul leader di Boko Haram ha esclamato: "Ma quest'uomo è pazzo!". Abbiamo letto sulla CNN che il leader Boko Haram ha detto che avrebbe venduto le ragazze perché glielo avrebbe…
Foto e testo di Valeria Ferraro Sabato 19 aprile, pomeriggio. Scendendo le stradine in prossimità della torre genovese di Galata, nell'Istanbul europea, tra turisti che affollano i ristoranti e cercano souvenir nei nuovi negozi con prodotti per un hammam casalingo, si arriva alla piccola chiesa nascosta dei SS. Pietro e Paolo appartenente, insieme all'annesso convento, ai Frati Domenicani. Per quanto meno conosciuta della basilica di S. Antonio di Padova o della chiesa di S. Maria Draperis entrambe sulla nota via dello shopping, Istiklal Caddesi, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo è una delle più caratteristiche della zona possedendo al suo interno una biblioteca, luogo conosciuto ai ricercatori e agli studiosi di teologia e filosofia. Tra gli stessi Frati Domenicani c’è chi, essendo anche ricercatore, vive la doppia dimensione dello…
"Odio intensamente la discriminazione razziale e in tutte le sue manifestazioni. L'ho combattuta durante tutta la mia vita, la combatto ora, e lo farò fino alla fine dei miei giorni". [1962, nel suo primo processo per incitamento allo sciopero] "Nel corso della mia vita mi sono dedicato alla lotta del popolo africano. Ho combattuto contro la dominazione bianca e ho combattuto contro la dominazione nera. Ho amato l'ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone potranno vivere insieme in armonia e con pari opportunità. È un ideale che spero di vivere. Ma, mio signore, se necessario, è un ideale per cui sono disposto a morire". [20 aprile 1964, processo Rivonia, davanti alla Corte Suprema di Pretoria] "La nostra marcia verso la libertà è irreversibile. Non dobbiamo…