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Siria: lascia il Paese il Primo Ministro Hijab. “Non voglio partecipare al crimine contro i siriani”

Importante defezione in Siria. Il primo ministro Riyad Hijab ha lasciato il Paese passando in Giordania, dopo aver messo in salvo tutta la sua famiglia. Il politico era stato nominato il 23 giugno scorso, dopo le elezioni organizzate dal governo del presidente Bashar Assad di maggio, formalmente le prime pluripartitiche. Ad Al Jazeera il portavoce dell’ex primo ministro, ha dichiarato che la defezione sarebbe stata pianificata “da mesi” e che sarebbe stata attuata in collaborazione con il Free Syria Army data la scelta di Hijab di non “essere parte del crimine del regime contro il popolo siriano”. Assad dopo le elezioni non avrebbe lasciato scelta all’uomo: accettare l’incarico o morire. Il governo giordano conferma l'arrivo di Hijab. Si attende una sua nota ufficiale in cui dovrebbe comunicare al sua adesione…
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Kofi Annan lascia la Siria, impossibile lavorare con il Consiglio di sicurezza Onu

Con una rammaricata comunicazione ufficiale, il Segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, ha annunciato le dimissioni del diplomatico ghanese Kofi Annan da inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba in Siria. La decisione di non rinnovare il proprio mandato, che resterà in auge sino alla fine del mese di agosto, è stata “imposta” dalle fratture, sempre più nette e insanabili, sorte all’interno della Comunità internazionale. Le radicali divisioni in merito alla questione siriana hanno accresciuto enormemente le distanze tra la mediazione diplomatica profusa da Annan e gli interessi sovranazionali dei Paesi occidentali. In pratica, Kofi Annan si è dimesso perché i governi occidentali l’hanno lasciato solo nell’esercizio della sua missione: individuare una soluzione pacifica per il duro conflitto civile siriano. Il forfait dell’ex Segretario generale Onu è giunto mentre…
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Siria, ingaggiati miliziani Hezbollah contro i ribelli

Fonti fondate, citate dal quotidiano di Beirut ‘an Nahar’, affermano che in Siria sono presenti miliziani del movimento sciita libanese Hezbollah, alleato dell'Iran, che sostengono l'esercito fedele al presidente Bashar al Assad impegnato da mesi nella repressione della rivolta armata. Secondo le fonti, un numero imprecisato dell’unità 910 del  Consiglio combattente di Hezbollah, è presente nella regione di Homs, che si trova al centro della Siria e in quella di Zabadani, ad ovest di Damasco, impegnato a contrastare le azioni dei ribelli. I paesi arabi del Golfo, in particolare Arabia Saudita, Quatar e Turchia, sono accusate dal regime siriano di sostenere i ribelli che vengono definiti “terroristi”. Testimoni oculari, nei giorni scorsi, di ritorno dalla regione di Homs, hanno raccontato di aver constatato la presenza di miliziani di Hezbollah a…
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Roma: morto Mario Scialoja, figura di spicco dell’Islam italiano

Lutto nella comunità islamica in Italia: è morto il diplomatico italiano in pensione Mario Scialoja, figura di spicco della Grande Moschea di Roma e primo direttore dell'ufficio italiano della Lega Musulmana Mondiale. Ne ha dato la notizia il segretario generale del Centro islamico culturale d'Italia, Abdellah Redouane. "Con profondo dolore e commozione - si legge in una nota - il Centro islamico Culturale d'Italia comunica che ieri è avvenuta la scomparsa dell'ambasciatore e fratello Mario Scialoja, esponente di rilievo della Comunità islamica. Egli inoltre ebbe una lunga e autorevole carriera diplomatica in rappresentanza del suo paese, l'Italia". I funerali si svolgeranno domani  martedì 26 giugno alle 11.00 presso la grande moschea di Roma. "Invitiamo gli esponenti della nostra comunità - si legge ancora nella nota - a unirsi a noi…
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Uganda, i rinoceronti scappati al massacro del tiranno

testo e foto di Riccardo Bottazzo Kampala - L’ultimo rinoceronte dell’Uganda fu abbattuto nell’estate del ’78. Non fu un safari ad ucciderlo e neppure dei cacciatori tribali. Non furono neppure quei bracconieri che hanno contribuito non poco alla quasi scomparsa della specie. Non toccò a loro sparare l’ultimo colpo. Furono i soldati dell’esercito ugandese a mitragliarlo dopo averlo scovato e rincorso a bordo di un elicottero militare. Chi crede, o finge di credere, che la caccia sia uno sport, magari inorridirà pure nel leggere che in Uganda i rinoceronti venivano cacciati dall’esercito regolare come se si trattasse di azioni di guerra. Ma, al di là di ogni ipocrisia sulla presunta sportività dell’attività venatoria, bisogna considerare che per un qualsiasi generale, il risultato conta sempre più del mezzo. E l’unica cosa…
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