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L’arte visuale nell’Europa dei muri e dei nazionalismi

Dal 2009 Tomas Rafa documenta le nuove derive nazionaliste e neofasciste dell'Europa e dal 2015 monitora le politiche europee verso l'emergenza migranti. Nei suoi ritratti la distanza che ognuno di noi cerca di mantenere verso il flusso di notizie si dissolve. Chi guarda i suoi lavori, a metà tra la documentazione giornalistica e la narrazione artistica visuale, viene risucchiato in un turbine di rabbia, insoddisfazione e odio verso le minoranze. Contemporaneamente i suoi video mostrano il panico e la disperazione dei rifugiati, frontiera dopo frontiera, quando esausti si ritrovano, ancora una volta, dentro un nuovo recinto. Come raccontare queste spinte così diverse, eppure così intersecate, che insieme definiscono l'Europa di oggi? Con una forma molto elegante di attivismo artistico-politico, con il quale Rafa tenta dichiaratamente la via della vitalità informativa pur…
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 La voce delle donne sufi in Senegal

di Ali Colleen Neff, antropologa Dakar è una città florida. Dalla soglia del mio appartamento nella Medina, riesco a sentire la vita della città pulsare dalle sue alte mura di mattoni di fango, elevarsi dalle sue strade, propagarsi dai suoi altoparlanti. Le cinque chiamate quotidiane alla preghiera, pronunciate da centinaia di muezzin locali durante le ore sante, si fondono con i vibranti suoni dei mercati all'aperto. Questa città trabocca di voci. Ogni interazione nella cultura Senegambiana, soprattutto nell'affollato contesto urbano, richiede una speciale "danza comunicativa": un saluto ai parenti, una trattativa, una formalità, un commento spiritoso, una risata, un elogio, una benedizione. Le attività fonografiche qui a Dakar sono intrecciate ancora di più nella musica e nel canto che, in questa città di suoni, si sovrappongono tra loro in ogni angolo, poliritmicamente. Vivendo e lavorando qui, riesco a distinguere…
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Il volto macabro delle Olimpiadi a Rio

di Naomi Westland, Amnesty Int. - traduzione di Martina Morbidini per il Resto del Carlinho utopia È un evento che, si dice, promuove la pace, ma il suo arrivo in questa città sta marciando verso l’esatto opposto. Migliaia di visitatori percorreranno lo stesso tragitto una volta arrivati nella città conosciuta come Meravigliosa, per le sue spiagge da cartolina e le esuberanti montagne sullo sfondo, ma pochi sapranno cosa accade quotidianamente nelle 600 favelas di Rio mentre i migliori atleti del mondo corrono, saltano e nuotano per la gloria. Il Brasile ha, in termini assoluti, il maggior numero di omicidi del mondo. Nel 2014, l’anno in cui ha ospitato la Coppa del Mondo di calcio, 60.000 persone sono state uccise. Lo scandalo è che molte di queste morti sono state causate dalle stesse persone che avrebbero dovuto proteggere…
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Beirut e la ricerca della bellezza tra i residui della realtà

Prima della tua partenza questa era una casa dove la musica, seppur triste, dipingeva le pareti fin sopra le cime degli alberi Pesce sulla terra – i tuoi fiumi mi attraversano momento stupendo, torna e stammi vicino Dolce arresa, non mentire. Un’altra immagine che sbiadisce nei campi, un altro cancello di legno giallo, e un giardino. "Ultimo valzer" di Omar Baz Radwan Traduzione dall'inglese a cura di Pina Piccolo QUI altre sue poesie in italiano Omar Baz Radwan è un giovane autore e scrittore libanese. Il suo ultimo libro, My Poetry Room (recentemente pubblicato a Beirut da World Book Publishing) è un esperimento con il linguaggio, creando immagini e ritratti ispirati ai suoi viaggi in Irlanda, Beirut, Istanbul e Africa. Tratta di persone, luoghi, esperienze ed emozioni catturate lungo la strada.…
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Il teatro di Federico Garcia Lorca e la lotta delle donne

di Lorenzo Spurio* Quando Federico García Lorca venne assassinato, il sentore di morte veleggiava già da mesi sull’intera Spagna. Le milizie anti-nazionaliste schieratisi in un imprecisabile e assai ampio bando repubblicano da vario tempo si erano rese responsabili di attacchi mirati, saccheggi, violenze e vere e proprie rappresaglie non di rado anche in ambienti religiosi. Molti uomini erano caduti nei primi mesi di quella che si sarebbe ben presto trasformata in una delle più note guerre civili della Vecchia Europa. Se non la più lunga, senz’altro una delle più sanguinose e nefande. Pochi giorni prima in cui il corpo mortale del poeta granadino, come avvinto dalla logica tremenda di chi ha eretto l’odio tra i simili a condizione imprescindibile per una (pseudo)rinascita, recideva ogni legame al mondo naturale e diveniva un corpo…
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