di Stefano Rota - Associazione Transglobal Esiste un legame di forte continuità epistemologica tra cittadinanze postcoloniali e cittadinanze postmigratorie. In entrambi i termini, il prefisso "post" non definisce un "oltre", ma, al contrario, individua un momento costitutivo che continua a vivere, sia pur con caratteristiche e conseguenze differenti. Il postcolonialismo definisce lo spazio geopolitico, sociale e culturale al cui interno le cittadinanze postmigratorie dispiegano modelli di agire che vanno dalla condizione di soggetto in sé, a quella "per altri", fino alla costituzione di un soggetto per sé, come classifica Elster il percorso che conduce alla produzione di un'agency, a cui corrisponde una soggettività piena. I movimenti che ne conseguono rendono più che mai attuale e urgente il ripensamento degli schemi che sottendono alla costituzione del modello di cittadinanza che vige in Europa. Molti studiosi della…
Dietro ai titoli di giornale e alla brutalità della guerra civile siriana, esistono meravigliosi esempi di autogestione, la cui storia è ampiamente sconosciuta in gran parte dell'Occidente. Ed è questa autogestione, non gli aiuti sauditi o turchi, che ha permesso alla rivolta di auto-sostenersi in questi lunghi e brutali sei anni di repressione e guerra. di Mark Boothroyd – The Project Le prime forme di autogestione nella rivoluzione siriana sono state le tanseeqiyat, dei comitati di coordinamento formati da gruppi di amici ed attivisti di vari quartieri e villaggi che radunavano le loro comunità preparandole alle proteste e alle dimostrazioni. Con l'avanzare della rivoluzione, le tanseeqiyat furono superati dai Comitati di coordinamento locale (CCL), dal carattere decisamente più politico. Erano dei comitati composti da attivisti – eletti o nominati – da diverse aree del…
di Alessandro Pagano Dritto - Twitter: @paganodritto Al vertice di New York del 22 settembre 2016 la Libia potrebbe presentarsi con un assetto interno cambiato dagli eventi più recenti e all'esplicita ricerca di un nuovo equilibrio: la conquista dei terminali petroliferi centrali da parte di Khalifa Hafter e la nuova presenza ufficiale italiana a Misurata mettono entrambe sotto pressione il Consiglio Presidenziale di Tripoli. Come riferito dallo stesso inviato delle Nazioni Unite in Libia Martin Kobler, il 22 settembre 2016 vi sarà a New York un nuovo vertice internazionale sulla Libia: i precedenti sono stati quelli di Roma e Vienna, rispettivamente nel dicembre 2015 e nel maggio 2016. Intorno alla metà del mese, almeno due eventi hanno segnato un nuovo stadio della situazione interna, l'uno, e internazionale, l'altro,…
di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto) A seguito delle nuove nomine europee in relazione alla questione libica, l'Italia si trova ora ad avere il controllo indiretto dei confini terrestri e marini del paese nordafricano. Il che vuol dire anche che l'Italia potrebbe trovarsi a giocare un ruolo concreto, seppur appunto indiretto, nella gestione dell'embargo di armi; proprio ora che l'attesa prossima vittoria dei gruppi filotripolini a Sirte rende di immediata attualità la formazione, l'addestramento e probabilmente anche l'armamento della nuova Guardia Presidenziale. Diversi nuovi nomi sono diventati parte della questione libica nelle ultime settimane. Elencarli potrà essere utile a definire ulteriormente il ruolo che l'Italia si presta a giocare in Libia. Nuove nomine e nuovi incarichi: attraverso l'Europa, i confini libici sono ora a controllo italiano. L'11…
di Sahin Keskin Prima degli anni Sessanta ci furono svariati tentativi di creare relazioni ufficiali tra Turchia e Vaticano (a dire il vero sin dall'epoca ottomana di Fatih il conquistatore). Eppure negli ultimi secoli furono sempre avversate dal protezionismo del cattolicesimo francese, che faceva da ponte tra i cristiani d'occidente e quelli d'oriente. Ciò condizionò sostanzialmente le politiche pontificie, la cui diffidenza fu in seguito condivisa dai turchi, specialmente dopo il Trattato di Losanna. Le cose cambiarono dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche grazie all'amore che Angelo Giuseppe Roncalli nutriva verso la Turchia. Durante il suo papato la relazione conobbe la sua epoca d'oro. Secondo il professore Rinaldo Marmara “quando Roncalli instaurò fratellanza e amicizia tra i due mondi, le relazioni tra Turchia e Vaticano cambiarono per sempre". Dopo Roncalli ci fu la…