di Şahin Keskin Prima del 21 novembre 2013, l'Ucraina si trovava davanti a un bivio importante. Entrare in una partnership con la Russia o entrare maggiormente nell'orbita dell'Unione Europea. Una decisione non semplice, dettata anche dalla complessa situazione economica. L'UE mirava a plasmare un'Ucraina europea, da un punto di vista politico ed economico; la Russia considerava invece l'Ucraina come un compagno dell'Unione Eurasiatica. Gli eventi del 21 novembre sono stati inaspettati. Le persone si sono riunite attorno a Piazza Indipendenza dopo il ritardo nel raggiungere un accordo da parte del presidente di allora, Yanukovych. Mentre la gente dell'Ucraina occidentale considerava l'avvicinamento all'Unione Europea come un grande passo, la popolazione dell'Est e del Sud pensava che avere stretti rapporti con la Russia fosse più logico. Per questo motivo, le persone si sono divise in due schieramenti, come durante la Rivoluzione…
Joshua Evangelista per Lookout di gennaio-febbraio 2015 La piazza intorno a Sant’Andrea è gremita di anziane, bambini e giovani coppiette. Nonostante sia impossibile trovare posto nell’ampia cattedrale rinascimentale, nessuno vuole perdersi il sermone del sabato e pregare (o piangere) per mariti, fratelli, fidanzati e padri arruolatisi volontariamente per combattere nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Dopo l’omelia, il prete invita i fedeli a lasciare beni e soldi destinati a comprare elmetti, giubbotti antiproiettili, ginocchiere, divise e tutto ciò che può servire ai combattenti che vanno incontro al freddo inverno ucraino. Nella cattolicissima Leopoli il clero e le associazioni di credenti sono punti di raccordo fondamentali per le famiglie e per chi ha deciso di difendere i confini orientali del Paese. Amici dai tempi dei boyscout, ora molti giovani della città dedicano il loro tempo libero per la causa “patriottica”, come definiscono il loro attivismo. “Ma non chiamateci nazisti,…
Joshua Evangelista (Frontiere News) per Gli Stati Generali Camminano a passo d’uomo nella lunghissima fila tinta di giallo e azzurro, frugando con lo sguardo tra le centinaia di foto affisse sul pannello di compensato. All’improvviso si fermano: l’hanno trovata. Guance graffiate dalle lacrime, Tatiana fissa l’immagine di Sacha, il figlio morto alcuni mesi fa durante un agguato nel Donbass. Maria, figlia e sorella, accarezza la spalla della madre e la invita a continuare a camminare, per evitare di intralciare il passaggio di altre centinaia di persone, giunte da tutta l’Ucraina per lo stesso motivo. Tatiana, Maria e Sacha sono i simboli dell’Ucraina che con tanto affanno prova ad iniziare il futuro con il 2015. Nel frattempo la rivoluzione della dignità, come i primi attivisti avevano chiamato quella che sarebbe stata rimbalzata in tutto…
di Joshua Evangelista per Micromega“Scrivi per un giornale comunista?”. Alla sede di Kiev del Pravy Sektor è questa la domanda di rito fatta dai dirigenti prima di rilasciare una qualsivoglia intervista. Perché al Settore destro si guarda con sospetto ai media russi e occidentali “di sinistra”, che “dicono bugie su di noi e ci dipingono a tutti i costi come una formazione neonazista”.Proprio sul confutare l'etichetta di partito fascista è basata la gran parte della comunicazione politica del gruppo che, se funziona alla grande nell'Ucraina occidentale impegnata nell'edificazione di un nuovo nazionalismo che vada oltre i petroldollari degli oligarchi filorussi, vacilla all'esterno, dove azioni e dichiarazioni dei leader del movimento ricordano fin troppo bene le gesta di colleghi vicini al nostro background storico-politico.Ad esempio, fanno effetto le ronde antidroga di Odessa,…
di Alessandro Iacopini Con l’approvazione della nuova legge antiterrorismo, alla lista dei paesi 'nemici di Internet' sarà necessario aggiungere la Russia di Vladimir Putin. Il decreto - proposto nel dicembre scorso dopo il doppio attentato di Volgograd - prevede una serie di restrizioni per le società informatiche straniere che operano nel Paese e una forte limitazione della libertà di espressione on line. LA STRETTA SUL WEB - In primo luogo il nuovo provvedimento colpisce direttamente i colossi dell’informatica occidentali – come Google, Microsoft e Facebook – per il quale è fatto obbligo di possedere in territorio russo i server su cui operano. In questo modo le società sono da un lato obbligate a conservare i dati personali degli utenti per almeno sei mesi e dall’altro a renderli immediatamente disponibili ai servizi…