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Il modello Riace è un’occasione persa e Lucano è stato tradito dalla sinistra

Che ne sarà del modello Riace, tanto osannato dalla stampa internazionale? La condanna a tredici anni e due mesi dell'ex sindaco Lucano divide la costellazione progressista italiana: le grandi manifestazioni di solidarietà sono in contrasto con le reazioni tiepide (o addirittura il silenzio) della politica calabrese. Chi sono i Bruto e i Cassio di questo "omicidio politico"? L'omicidio politico si consuma in un tiepido giorno di fine settembre: Domenico Lucano esce dal Tribunale di Locri visibilmente provato, agitato, scosso. Tredici anni e due mesi di carcere: sembra una sentenza che esce fuori da un maxi-processo per mafia, da qualche aula bunker dove si ricostruiscono i reticoli delle cosche malavitose. E invece, pochi giorni dopo che i giudici di Palermo hanno sentenziato che “la trattativa Stato – mafia ci fu ma…
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La guerra dei portuali genovesi contro le armi saudite

Illustrazione di Francesco Ciampa — EPISODIO 4 Hidden è una serie cofinanziata dai lettori di Frontiere.Scopri come poter contribuire. Nei moli di Genova, uno dei porti più importanti d’Europa, transitano navi saudite cariche di armi. Ufficialmente, l’Italia ha revocato l’esportazione di armamenti verso l’Arabia Saudita, permettendo però che le navi attracchino nei propri porti. Di fatto viene aggirato il vincolo e le armi raggiungono contesti di guerra—Yemen in primis. Le organizzazioni dei portuali genovesi non sono disposte a collaborare con questo traffico di morte e si stanno rifiutando di operare sui carichi di navi battenti bandiera saudita. Durante l'aggressione militare degli Stati Uniti d'America in Vietnam, i portuali genovesi decisero di sostenere attivamente il popolo vietnamita: nel novembre 1973 la nave Australe salpava dalla Liguria, con una dozzina di ore…
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Le speranze sospese dei migranti venezuelani

Il presidente colombiano Iván Duque ha annunciato un nuovo statuto di protezione temporanea per il milione di migranti venezuelani irregolari residenti nel paese, costretti a vivere come fantasmi e a subire campagne xenofobe alimentate dalle dichiarazioni di alcuni politici locali. Testo di Marco Dalla Stella, foto in copertina via gov.co Sono trascorsi due anni da quando Winston Vásquez, 23 anni, ha lasciato il Venezuela per la Colombia. Ha attraversato il confine di nascosto passando per Paraguachón, una piccola cittadina nel dipartimento settentrionale de La Guajira, dove la linea che separa i due paesi è soltanto immaginaria e attraversa una fitta foresta pluviale. “Qui ci sono case con la cucina in Colombia e il bagno in Venezuela”, mi ha detto Vásquez. In quanto migrante irregolare, Vásquez ha dovuto accettare diversi lavori…
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Perché l’ecocidio dev’essere considerato un crimine internazionale

Un movimento crescente a livello globale chiede che la distruzione dell'ambiente venga trattata come il genocidio e i crimini contro l'umanità, e che governi e multinazionali rispondano della propria negligenza nei confronti degli ecosistemi nei quali viviamo. Di Ilaria Cagnacci Se negli ultimi decenni in materia di diritto penale internazionale abbiamo assistito a dei passi da gigante, lo stesso non si può dire per quanto riguarda le leggi di protezione ambientale. Nel mondo sono sempre di più coloro che sostengono che uno dei modi più efficaci per prevenire la distruzione ambientale sia il riconoscimento dell’ecocidio come quinto crimine internazionale oltre a quelli di genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione stabiliti dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Il significato del termine Il termine ecocidio…
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Il futuro degli iracheni dopo la visita del Papa

Il viaggio di Papa Francesco è stato uno degli appuntamenti più incredibili del 2021. Nonostante le preoccupazioni per il coronavirus e una situazione di sicurezza precaria nel paese – con una base militare presa di mira da un attacco missilistico proprio due giorni prima della partenza – Francesco è riuscito dove Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno potuto: ha visitato la comunità cristiana locale, decimata dalla guerra e dalle persecuzioni; ha messo piede nella Mosul liberata da Daesh; ha incontrato l'ayatollah sciita Ali al-Sistani in una piccola stanza spoglia nella città santa di Najaf. Un "ultimo disperato appello per la giustizia e la pace", lo hanno descritto diversi analisti come Marc Santora sul New York Times. Dopo la sconfitta di Daesh nel 2017, le tensioni tra stato iracheno…
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