Jeff Halper, statunitense di origini ebraiche e residente a Gerusalemme, è un antropologo, scrittore, oratore, attivista politico e co-fondatore e Coordinatore del Comitato israeliano contro la demolizione delle case (ICAHD). Halper è stato candidato per il Premio Nobel per la pace per il suo lavoro "per liberare sia i palestinesi che il popolo israeliano dal giogo della violenza strutturale" e "per costruire l'uguaglianza tra le persone riconoscendo e valorizzando la loro comune umanità". Cos'è l'ICAHD e come opera? L'ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions) ha iniziato la propria attività nel 1997. L'obiettivo principale è quello di portare a una fine l'occupazione israeliana nei territori palestinesi. Per impedire di far demolire le case dei palestinesi ci mettiamo tra i bulldozer e gli edifici, ci incateniamo dentro le case o addirittura ricostruiamo noi stessi le case. In questi 14 anni abbiamo costruito, insieme ai palestinesi, circa 185 case. Poi andiamo all'estero…
Scritte fatte con lo spray per deturpare un monumento dedicato a Yitzhak Rabin. È successo a Tel Aviv, per mano di un estremista di destra già fermato dalle forze dell’ordine israeliane. Il monumento, edificato nel luogo in cui il premier laburista e premio Nobel per la pace fu ucciso da un colono estremista nel 1995, è stato profanato con scritte inneggianti all’assassino di Rabin, Yigal Amir, e con frasi riferite al cosiddetto “prezzo da pagare”, con cui gli estremisti delle colonie indicano le rappresaglie contro i palestinesi nei Territori occupati. L’episodio non è isolato, ma si inserisce in una lista di azioni violente che si sono succedute nell’area, coma la profanazione di alcuni cimiteri e l’incendio di una moschea nel villaggio arabo-israeliano di Tuba Zangaria.
Radio Gerusalemme ha diffuso la notizia secondo la quale Israele si sarebbe decisa ad accettare la richiesta avanzata congiuntamente da Usa, Ue, Onu e Russia di ridare avvio ai negoziati bilaterali di pace con i palestinesi, senza alcun tipo di precondizioni. Nel comunicato dell'ufficio del primo ministro si legge: «Israele accoglie con favore l'appello del Quartetto relativo a trattative dirette, senza precondizioni, con l'Autorita' nazionale palestinese, secondo quanto già proposto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e dal premier Benyamin Netanyahu. Israele fa appello all'Autorità nazionale palestinese di assumere un eguale atteggiamento e di associarsi alle trattative senza alcun ritardo». Il capo negoziatore per i palestinesi, Saeb Erekat ha dichiarato: «Se Israele e' d'accordo con il Quartetto, deve congelare le colonie. Se il primo ministro israeliano concorda con il…
Seppur bistrattata e relegata alle corde delle chitarre di vecchi e nuovi sognatori, la Pace – nonché il relativo mantenimento della stessa – ha un suo fondamento giuridico e gode di un pieno riconoscimento a livello sovranazionale. La “recente” comunicazione europea a supporto della causa bellica appare in evidente contrasto con tale diritto e rievoca ancora una volta una contrapposizione culturale identitaria: difendere la pace oggi significa dichiarare guerra alla guerra. “Essere solidali nei confronti di uno stato sovrano che è stato aggredito con un’azione militare da tutti noi già ampiamente condannata, non significa assecondare una propaganda su richieste di interventi bellici che comporterebbero l’ingresso in un conflitto mondiale”: con queste parole i deputati di Alternativa – ex M5S – avevano annunciato la loro assenza al discorso in videoconferenza del…
Il 15 maggio, l’anniversario della “catastrofe”, la “Naqba”, è più che mai presente tra i palestinesi. Nell’ultima settimana, sotto a un cielo nero con fuochi di assedio sono stati uccisi almeno 140 palestinesi, compresi 39 bambini, più di 950 sono i feriti. 10 mila palestinesi sono stati costretti ad abbandonare le loro case per mettersi al riparo dagli attacchi israeliani, ma a Gaza, una striscia di terra di 670 chilometri con due milioni di abitanti e i confini barricati dalle forze israeliane, non c’è molto spazio per ripararsi dal quarto arsenale più equipaggiato del mondo. Oggi negli attacchi israeliani sono morte dieci persone in un campo rifugiati e la palazzina che ospitava gli uffici di Al Jazeera a Gaza city è stata distrutta. L’escalation di violenza è cominciata la scorsa…