Dopo le manifestazioni oceaniche che ieri in Egitto hanno visto più di 15 milioni di persone scendere in strada, è arrivato oggi l’ultimatum delle forze di opposizione che chiedono le dimissioni del Presidente Mohamed Morsi entro le 17 di domani. Il bilancio degli scontri di ieri, giorno del primo anniversario della vittoria dei Fratelli Musulmani alle elezioni politiche, è di 7 morti e oltre 600 feriti. I manifestanti, muniti di bombe molotov, hanno assaltato la sede dei Fratelli Musulmani al Cairo e trasformato nuovamente Piazza Tahrir nel cuore pulsante della rivoluzione araba. Venerdì scorso un cittadino americano era stato ucciso durante un altro assalto alla sede del partito islamista di Alessandria. In un’intervista al quotidiano britannico Guardian, Morsi si mostra sicuro e non disponibile alle dimissioni: “Ci possono essere dimostrazioni…
Aveva 13 anni Suhair al-Bata'a, la bambina morta in Egitto subito dopo essere stata circoncisa clandestinamente in una clinica privata nel governatorato di Daqahliya, a nord est del Cairo. Nonostante l’Egitto abbia dichiarato illegali le mutilazioni genitali femminili a partire dal 1996, in molte aree del Paese la pratica barbarica continua ad essere esercitata senza però trovare giustificazioni né di carattere scientifico né di carattere religioso, come ha dichiarato l’Unicef. L’episodio è stato denunciato dal Consiglio nazionale delle donne egiziane e dai genitori della vittima che adesso chiedono giustizia per la figlia. Dall’esame autoptico infatti è emerso che la morte è stata causata da "un brusco calo della pressione sanguigna derivato dal trauma".
Stefano Zambon ci accompagna in un percorso storico per conoscere il mondo arabo in tutte le sfaccettature. Ogni sabato su Frontiere News una nuova lezione. Uno strumento utilissimo per studenti universitari e appassionati di cultura araba. Dopo la lezione sulla setta degli Assassini, oggi parleremo dell'Egitto dalla Dinastia Ayyubide ai Mamelucchi. Il testo di riferimento di questa lezione sarà L’Islam nel Medioevo, A. Ducellier & F. Micheau, Il Mulino, 2004. Buona lezione a tutti.
Egitto nel caos dopo la sentenza del tribunale del Cairo che ha confermato in appello 21 condanne a morte per le violenze allo stadio di Port Said del primo febbraio 2012. In quell’occasione ci furono 74 morti. Per gli altri 52 imputati sono stati sentenziati cinque ergastoli, diciannove pene detentive brevi e ventotto assoluzioni. Dopo aver appreso la notizia delle sentenze, gran parte della popolazione si è riversata nelle piazze. La sede della Federcalcio è stata data alle fiamme, si sono verificati disordini in strada, i traghetti per i collegamenti nel Canale di Suez sono stati fermati, così come i treni. I manifestanti hanno dato alle fiamme anche il circolo ricreativo della polizia. Gli ultras dell'al-Ahly, la squadra di calcio del Cairo coinvolta nella strage del febbario 2012 a Port…
Lo scorso 26 febbraio la Corte di Bani Suef (Egitto) ha respinto il ricorso in appello dei genitori dei due bambini di 10 e 9 anni, Nagy e Mina, accusati di aver dissacrato il Corano. I due sono rinchiusi in un carcere minorile dall’aprile 2012. Sami Harak, membro del movimento Egyptian Against Religious Discrimination, sottolinea che il caso dei bambini rappresenta un triste precedente e in futuro potrebbe portare all’aumento di processi per diffamazione religiosa a danno di minori di fede cristiana. Per Saaid Abdel Hafez, avvocato per i diritti umani, è stato commesso un doppio errore. Essendo minori e cristiani i bambini i bambini non possono essere puniti in base alla Sharia. I musulmani che hanno denunciato avrebbero dovuto chiedere un risarcimento ai genitori. L’altro errore è che il…