di Stefano Rota L'estremista guerrafondaio Giuliano Ferrara ha urlato qualche sera fa dai microfoni di Santoro che "siamo in una guerra santa e chi non lo capisce è un coglione". Ecco, io appartengo a quei coglioni che non si sentono in guerra, né santa, né civile, né nazionale, né internazionale, pur condannando senza alcuna riserva e inorridendo di fronte alle azioni dei giorni scorsi, a Parigi, come a Kobane. Le ragioni sono diverse, ma, a mio modo di vedere, intrecciate tra loro. Provo ad analizzarle con un minimo di ordine. In primo luogo, esistono due scenari: uno tutto europeo e uno internazionale. Anche questi due contesti non possono essere visti in modo distinto, perché hanno radici comuni. Queste hanno nomi precisi e, senza neppure scendere troppo in profondità nel sottosuolo,…
Un anno fa Joshua Evangelista e Marta Corradi presentavano al Babel Film Festival di Cagliari "Makhmur", un documentario sulla vita nel campo profughi curdo in quello che era il terreno conteso tra gli arabi e i curdi d'Iraq e occupato da undicimila curdi di Turchia in fuga dalla persecuzione per le loro idee politiche e per l'appoggio dichiarato al Pkk. Un campo profughi trasformato in un laboratorio ideologico basato sui precetti socialisti di Abdullah Ocalan. Questo è Makhmur, un villaggio di undicimila curdi nel bel mezzo del deserto iracheno costruito sulle ceneri di una fuga disumana dalla persecuzione del governo turco. Un parlamento, due camere, un'associazione per le donne e un enorme memoriale dei martiri nella guerra pluridecennale tra il Pkk e il governo di Ankara, meta di pellegrini da…
Più di 2.500 persone sono arrivate nelle ultime due settimane nel campo di Gawilan nel Kurdistan iracheno, per mettersi in salvo dai combattimenti che stanno devastando la città di Kobane, città siriana al confine con la Turchia emblema della resistenza contro l'ISIS . Lo staff INTERSOS, organizzazione umanitaria non governativa che interviene nelle situazioni di emergenza, sta lavorando nel campo profughi per assistere le migliaia di rifugiati distribuendo aiuti alimentari. La sede italiana di Intersos è continuamente in contatto con il suo staff internazionale e ieri mattina ha ricevuto le terribili notizie direttamente da Mauro Celladin, operatore umanitario impegnato nell'intervento di assistenza ai rifugiati in Iraq : “Fino a poche settimane fa il campo di Gawilan ospitava circa 2.500 rifugiati siriani, adesso il numero dei rifugiati presenti è raddoppiato. Sono intere famiglie…
Ayşe Gökkan è il sindaco di Nusaybin, città del Kurdistan turco al confine con la Siria, dove il governo di Ankara sta costruendo un muro. La sua battaglia, iniziata a novembre con uno sciopero della fame, non è ancora finita. Testo e foto di Giulia Sabella Ci sono dei bambini che corrono in un prato. Pochi metri più in là un uomo lavora a bordo di un trattore. È una scena che potremmo vedere in qualsiasi parte del mondo se non fosse che il campo è diviso a metà da un muro di filo spinato alto più di due metri. LEGGI ANCHE: Le nuove Berlino, dieci muri che non intendono crollare I bambini si trovano a Nusaybin, città curda nel sud-est della Turchia. Dall'altro lato, dove lavora l’uomo, c'è invece Qamishli,…
Più di un secolo di storia negli occhi di Sabria Khalaf, una profuga curdo-siriana di 107 anni che ha attraversato Turchia, Grecia e Italia per raggiungere la Germania. Dalla fine dell’Impero Ottomano alle Primavere arabe, Sabria ha vissuto le fasi più calde della storia moderna del Medio Oriente tra guerre mondiali, conflitti arabo-israeliani e colpi di stato. Eugenio Dacrema si è divertito in un piccolo esercizio storiografico, ricostruendo le varie fasi vissute dalla Siria negli ultimi 107 anni. IMPERO OTTOMANO La storia di Sabria inizia nell’Impero Ottomano: nasce nel 1907 nell’attuale Kurdistan siriano, che a quel tempo è spartito fra i sangiaccati di Aleppo, Malatya, Dair Az-Zour e Diyarbakir. Quando nasce è ancora formalmente al potere il Sultano Hamid, anche se il suo impero è da tempo soggetto a una progressiva frammentazione. Per arginare la…