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Zaman, dalla guerra in Libia alla morsa di ‘ndrangheta e speculazione

Zaman, dalla guerra in Libia alla morsa di ‘ndrangheta e speculazione

di Marco Marano Si chiama Zaman Abdullah, ha 29 anni ed è nato a Lahore, in Pakistan. La sua è una storia del nostro tempo, che riguarda i processi migratori legati alle fughe da guerre e vessazioni. Ha vissuto la prima grande ondata di esodi nel Mediterraneo, dopo le primavere arabe, quella che in Italia fu denominata Emergenza Nord Africa (ENA) e che riguardava le persone fuggite dalla Libia in seguito alla caduta di Gheddafi. Abbiamo incontrato Zaman a Reggio Emilia, presso l'ex Magazzino Formaggi, un edificio in disuso di proprietà dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, occupato due anni or sono…
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Libia, il giorno in cui Tripoli si duplicò e si divise

Libia, il giorno in cui Tripoli si duplicò e si divise

di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto)   Il 5 aprile 2016 potrebbe passare alla storia libica come il giorno che ha visto contemporaneamente un governo rassegnare le dimissioni e un parlamento duplicarsi. Nasce infatti, non senza ambiguità e reticenze, lo State Council: ovvero quella che dovrebbe essere la camera consultiva del futuro Governo di Unità Nazionale, nata dalla trasformazione consensuale del GNC. Aspettando una parola a riguardo dalle Nazioni Unite, la pratica sembra però non avere per il momento rispettato la teoria.   5 aprile 2016, a Tripoli si dimette il governo locale del Primo Ministro Khalifa Ghweil e una duplicazione…
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Libia, i primi giorni di Serraj

Libia, i primi giorni di Serraj

di Alessandro Pagano Dritto - twitter: @paganodritto Nonostante non fosse probabilmente azzardato aspettarsi duri e prolungati scontri, il Consiglio Presidenziale appoggiato dalle Nazioni Unite si installa a Tripoli senza eccessive tensioni. Ma il Serraj di questi primi giorni, che come Primo Ministro del futuro Governo di Accordo Nazionale potrebbe chiedere alla comunità internazionale l'assistenza contro lo Stato Islamico, si concentra innanzi tutto sulla questione economica, finanziaria e petrolifera. Nel pomeriggio del 30 marzo 2016 arrivava a Tripoli, con il suo Consiglio Presidenziale quasi al completo meno i due boicottatori, il presidente Fayez Serraj, che le Nazioni Unite vorrebbero come futuro Primo…
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Libia, le conseguenze di un silenzio

Libia, le conseguenze di un silenzio

di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto)   Dopo il rifiuto dello scorso gennaio, il voto di fiducia, da parte di Tobruk, verso la seconda proposta governativa unitaria stenta ad arrivare: così il Consiglio Presidenziale appoggiato dalle Nazioni Unite sembra aver tentato di risolvere da sé la questione. Ma queste ultime evoluzioni, salutate con favore dai partner esteri, hanno dato luogo a nuove critiche interne, che si aggiungono all'irrisolta ma - pare - imminente questione dell'ingresso delle strutture unitarie  a Tripoli. Nel frattempo l'Unione Europea minaccia sanzioni e potrebbe ripensare la missione antitrafficanti.   La protratta indecisione del parlamento internazionalmente riconosciuto…
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Tutti i punti oscuri di un intervento in Libia

Tutti i punti oscuri di un intervento in Libia

di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto)   (*Immagine di copertina: veicoli delle Nazioni Unite parcheggiati. Immagine di repertorio. Fonte: Getty Images)   Nonostante dopo la morte dei due ostaggi italiani nella zona di Sabratha la questione dell'intervento, anche di Roma, in Libia sia tornata in voga, ad un'attenta disamina le certezze su cosa si farà, come e quando non sono ancora molte. La sensazione è che l'attesa politica dovuta alle incertezze di Tobruk potrebbe tramutarsi all'esterno in una mancato coordinamento della coalizione nella lotta allo Stato Islamico.   Fausto Piano e Salvatore Failla, i due ostaggi italiani - di quattro…
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