La bici di cartone di Izhar Gafni: resistente, green e low cost

Costerà circa dieci dollari, forse anche meno, sarà leggerissima e si costruisce in breve tempo, con un dispendio di energie e risorse limitato: stiamo parlando della bicicletta di cartone, un prototipo inventato da un imprenditore israeliano, Izhar Gafni.

Ex militare e amante delle due ruote, Gafni è riuscito a tirar su un marchingegno ingegnoso per pedalare riducendo al minimo ogni impatto ambientale. La sua bici presenta, infatti, un telaio fatto di pezzi di cartone recuperati dagli scarti degli imballaggi industriali e scatoloni di uso comune, plasmati in una struttura capace di sostenere un peso pari a 140 chilogrammi.

L’ideatore del mezzo ha prestato attenzione anche al gusto estetico (guarda la fotogallery di Tuttogreen.it) , assicurando che la sua biciletta di cartone sarà anche bella da vedere. La struttura cartonata, assemblata con un sistema per il quale pende, attualmente, la richiesta di brevetto, avrà le sembianze di una bicicletta degna di questo nome. Al ciclista sembrerà di “cavalcare” un telaio in lega leggera, progettato per resistere all’acqua e agli agenti atmosferici.

La brillante idea dell’ex militare israeliano ha superato le diffidenze di quanti lo schernivano. Molti affermavano, infatti, che quella della bici di cartone fosse soltanto “un’illusione da squattrinati ecologisti”- ha raccontato, col piglio di chi l’ha spuntata, lo stesso Gafni, che poi ha aggiunto di aver sfidato anche i giudizi perentori e negativi di ingegneri e inventori, secondo i quali un’idea del genere era “del tutto irrealizzabile”.

Irrealizzabile tanto quanto il progetto del primo “jumbo jet” che, invece, ha conosciuto una produzione di successo. Ispirato dal documentario che raccontava, appunto, la storia dell’aeromobile, l’imprenditore ha cominciato a sperimentare l’applicazione di “diversi materiali applicati al cartone, per renderlo resistente e durevole”.

In poco tempo, è riuscito a correggere le imperfezioni dei primi “pacchi con le ruote” sperimentati, ingombranti e poco pratici, giungendo in fine alla creazione della prima bici completamente green, in linea con i principi a tutela dell’ambiente. Una bici, peraltro, low cost. Talmente economica che, oltre ad arginare la crisi ambientale e quella finanziaria, si presenta anche come il miglior deterrente per la criminalità. Costando meno di dieci dollari, che senso avrebbe rubarla?

Emilio Garofalo


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