Special Olympics, disabilità tra competizione e programma educativo

Chi di noi non ha un compagno, un familiare o un amico disabile, per il quale ha messo a disposizione del tempo prezioso? Eppure non basta lo spazio che dedichiamo ai nostri amici, non si parla mai abbastanza di loro, delle loro difficoltà e delle loro problematiche, non parliamo neanché degli aspetti positivi e delle tante iniziative che vengono svolte non solo nel nostro paese ma anche all’estero.

Parlando con una carissima amica, venni a sapere dell’esistenza delle olimpiadi per i ragazzi con disabilità intellettive. Rimasi subito colpito dalle informazioni ricevute, non avevo mai sentito parlare di Special Olympics e di Global Youth Activation Summit. Rimasi ancora più stupefatto quando la mia amica mi rivelò che la delegazione italiana, che quest’anno ha rappresentato il nostro paese in Corea, era composta da alcune giovani studentesse della città in cui vivo.

Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva. A differenza delle Paralimpiadi, i Giochi Olimpici per atleti disabili che si svolgono con gli stessi criteri delle Olimpiadi, gli Special Olympics sono un vero e proprio programma educativo che promuove attività sportive come mezzo di integrazione.

Le attività coinvolgono milioni di persone tra volontari, atleti e famiglie dei partecipanti. L’organizzazione è nata negli anni ’60 negli Stati Uniti e nel giro di pochi decenni si è espansa a macchia d’olio a livello mondiale, tantoché nelle ultime Olimpiadi invernali svolte in Corea Del Sud le Nazioni partecipanti superavano quota 180. In Italia l’organizzazione è attiva soltanto dal 1983, ma in forte aumento se calcoliamo le oltre 20 associazioni presenti solamente nella Regione Toscana.

LEGGI ANCHE:   La lotta al coronavirus nel "grande fratello" sudcoreano

Parallelamente agli Special Olympics viene svolto anche il Global Youth Activation Summit, l’assemblea che riunisce giovani provenienti da tutto il Mondo, con e senza disabilità intellettive. Il raduno ha come obbiettivo il confronto delle idee tra i partecipanti, con lo scopo di promuovere e coinvolgere le scuole ed i ragazzi affinché partecipino alle attività di questo tipo. Quest’anno al Summit il trio che ha rappresentato l’Italia (atleta-partner-chaperone), era formato da Sofia, Giovanna e Martina, tre ragazze valdarnesi che hanno portato sulle loro spalle la bandiera tricolore.

Una soddisfazione non solo per le giovani ma anche per gli Spiders, il team sportivo dell’Istituto Magistrale Giovanni da San Giovanni che partecipa alle competizioni del movimento Special Olympics dal 2009, anno della fondazione del gruppo sportivo di San Giovanni Valdarno. Il team valdarnese, rimane una realtà diversa dalle altre in quanto è stato creato all’interno di un Istituto, a differenza delle altre realtà le quali fanno capo ad associazioni o società sportive. I pochi anni di vita e di esperienza del gruppo non hanno influito minimamente nei risultati ottenuti dagli atleti, quest’ultimi hanno mostrato una strepitosa preparazione atletica e sono riusciti ad aggiudicarsi due medaglie d’oro ai Giochi di Biella 2012. Auguriamo un “in bocca al lupo” agli Spiders e a tutti i campioni azzurri impegnati nelle prossime.

di Arbër Agalliu


Profilo dell'autore

Arber Agalliu
Odio ripetere il mio nome due volte quando mi presento agli altri, come odio rispondere a chi mi domandano se mi trovo meglio in Italia o in Albania. Io mi sento un italiano albanese a Firenze, ed un albanese italiano a Tirana.

Tra le varie collaborazioni in Italia ed in Albania c'è anche quella con ToscanaTv. All'interno del programma "Toscana senza frontiere" riporto la bella faccia dell'immigrazione, attraverso reportage e interviste da me realizzate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.